Piscina olimpionica, il tetto che scotta. Ancora nessun collaudo

Timori per l’estate: la copertura semovibile dell’impianto resta chiusa

La copertura integrale e semovibile della piscina olimpionica dello stadio: dovrebbe aprirsi e chiudersi a seconda delle esigenze

La copertura integrale e semovibile della piscina olimpionica dello stadio: dovrebbe aprirsi e chiudersi a seconda delle esigenze

Bologna, 7 marzo 2017 - Mancano tre mesi all’estate e del via libera all’apertura del tetto della piscina olimpionica dello stadio ancora non c’è traccia. L’omologazione del Comune, attesa ormai da mesi, ancora non è arrivata e sulle schiene dei soci gestori della struttura comincia a scorrere qualche comprensibile brivido di paura. La ragione è semplice: senza il tetto aperto (un vero gioiello), addio stagione estiva con un prevedibile pesantissimo calo degli incassi che stanno alla base del piano economico di chi si è aggiudicò il bando dell’anno scorso. Nero su bianco, infatti, era scritto che il tetto andava ancora collaudato, ma anche che sarebbe stato omologato in tempo: «Io continuo a pensare positivo – si sforza Alberto Vecchi, general manager della ‘De Akker’, la società sportiva che ha in carico la piscina olimpionica –, ma è chiaro che se alla fine il tetto non sarà disponibile, chiederemo al Comune di rinegoziare le condizioni dell’accordo».

Insomma, si rischia un altro capitolo dell’odissea della piscina, bloccata per oltre 10 anni da interminabili lavori e dall’assenza di fondi. Riaperta l’anno scorso, la piscina olimpionica ha progressivamente ripreso a vivere. «Sta andando molto bene, siamo veramente contenti delle presenze e della tenuta della struttura», spiega Vecchi. All’orizzonte ci sono già due appuntamenti importanti: dal 31 maggio al 4 giugno i campionati italiani di nuoto sincronizzato e il 10-11 giugno il primo meeting ‘Carmen Longo’, «il ritorno di una gara importante di nuoto in città». Anche per questo, poter disporre del tetto è fondamentale: «D’estate le competizioni si fanno all’aperto, ma se c’è brutto tempo una copertura è un valore decisivo in più che fa la differenza nell’assegnazione delle manifestazioni», rimarca Vecchi: «Il tetto ci darebbe un vantaggio non comparabile, è la cosa più bella di questa piscina: in Italia ce ne sono pochissime così».

Peccato, però, che per il momento non funzioni. Un po’ dipende dal fatto che nell’eterna sequela di cantieri e lavori, la copertura fu una delle prime operazioni a essere completata e oggi, paradossalmente, ne risente. Il rischio è che una volta aperta, non si riesca più a chiuderla: «L’estate incombe e siamo in attesa di una risposta dal Comune, a cui ci siamo già rivolti – conclude Vecchi –. L’omologazione è naturalmente necessaria e speriamo arrivi presto, ma qualora non fosse così, questo modifica radicalmente l’impostazione finanziaria dell’equilibrio economico della nostra gestione».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro