Maxi eredità, l'imprenditore lascia tutto a Padre Marella e ai Domenicani

Il testamento di Gino Stefanelli, scomparso il 3 ottobre, vale 70 milioni

La sede della ‘Francesco Colombo’ srl azienda che si occupa di rivestimenti, pavimentazioni e asfalti

La sede della ‘Francesco Colombo’ srl azienda che si occupa di rivestimenti, pavimentazioni e asfalti

Bologna, 26 ottobre 2016 - L'opera Padre Marella e i frati predicatori che abitano il convento del Centro San Domenico si divideranno una eredità che, spicciolo più spicciolo meno, vale 70 milioni di euro. Le due realtà religiose sono i principali beneficiari del testamento olografo redatto da Gino Stefanelli, imprenditore bolognese nato il 30 settembre 1928 e scomparso lo scorso 3 ottobre.

Testamento scritto il 14 settembre 2013 e poi più volte modificato fino alla stesura finale del 25 aprile di quest’anno, pubblicato nello studio del notaio Giacomo Zerbini martedì 18 ottobre.

I terreni agricoli, i fabbricati civili e agricoli e quanto posseduto da Stefanelli nel Comune di Monterenzio saranno ereditati dalla Fraternità Cristiana dell’Opera Padre Marella ‘Città dei Ragazzi’. All’interno di queste aree è presente l’Azienda faunistica venatoria ‘Le Lagune’ e il lascito è vincolato ad una serie di doveri per l’ente che si occupa di disagiati.  All’ente anche una serie di immobili presenti a Conselice e i cespiti di una serie di affitti tra società telefoniche e società che si occupano della produzione di energia elettrica attraverso le pale eoliche.

Le proprietà immobiliari nel Bolognese sono raccolte nella Colombo Immobiliare, società che è stata invece lasciata ai frati domenicani. Anche in questo caso vi sono dei vincoli sulla disponibilità degli immobili.

Proprio nella Colombo srl le due realtà religiose sono chiamate a collaborare. L’Opera Padre Marella eredita il 76% di un’azienda in salute, mentre ai domenicani va il restante 24%. Sono undici i dipendenti occupati che attendono ora indicazioni su come fare andare avanti l’azienda, non essendoci un cda in carica né dimissionario, dato che Stefanelli era l’amministratore unico.

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