Bologna, tour all'ex Tsunami di via Larga. Giornalista e fotografo insultati

Indagine sul degrado, il caso dell'ex palazzo delle Poste

L'esterno del locale occupato "Tsunami" in via Larga

L'esterno del locale occupato "Tsunami" in via Larga

Bologna, 23 gennaio 2018 - Due uomini passeggiano nel cortile dell’ex Tsunami, mentre un cane abbaia insistentemente dalla finestra al primo piano, probabilmente perché ha notato la nostra presenza vicino alla recinzione che divide l’area dell’edificio. All’interno dell’ex palazzo delle Poste, in via Larga, di proprietà privata, sgomberato più volte nel corso degli anni, le occupazioni abusive non sono mai finite.

Come racconta anche chi abita e lavora in zona, infatti, punkabbestia, sbandati e nomadi lì dentro hanno trovato riparo da tempo. Testimonianze, queste, documentate dal rave party che lo scorso luglio ha tenuto svegli i residenti della zona e che ha richiesto l’intervento della polizia. A novembre, invece, sono stati i vigili del fuoco ad accorrere in via Larga per un incendio divampato all’interno dei locali del palazzo, probabilmente per una stufetta mal funzionante. Interessarsi a quel posto o anche solo fotografarlo, però, sembra non piacere a chi si aggira in strada. Mentre siamo all’esterno dell’ex Tsunami, macchine fotografiche alla mano, infatti, due ragazzi che si trovano a passare in via Larga ci chiedono conto di quello che stiamo facendo, senza alcun motivo apparente.

"Perché state fotografando questo posto? Chi siete?", ci chiede uno dei due, mentre il suo amico prosegue dritto. Rispondiamo che è del tutto legittimo fare foto a un edificio abbandonato, ma lui insiste fino a chiederci se fossimo poliziotti, come se la cosa lo infastidisse. Rispondiamo di no e restiamo in silenzio fino a quando il ragazzo, riprendendo la sua strada, ci intima di andare via. A quel punto, per sicurezza decidiamo di spostarci e raggiungiamo un bar dove chiediamo al barista se sa chi vive e cosa succede nello Tsunami.

Quel posto è occupato da sempre, anzi, le persone che abitano lì dentro si sono divise spazi e compiti – ci racconta –. A volta capita anche che litighino tra di loro, perché magari qualcuno commette qualche sgarro. Spesso vengono anche qui al bar, ma io di questa gente non ho paura, perché sono qui a casa mia". Mentre dialoghiamo con il barista, allora, i due ragazzi che abbiamo incrociato in strada entrano casualmente nel locale per acquistare qualcosa, ci guardano, ci riconoscono e nell’andare via ci insultano.

Insomma, se a qualcuno venisse voglia di andare in via Larga per fotografare lo Tsunami farebbe bene prima a guardare chi c’è in giro, per evitare di essere interrogati sul perché si è lì, intimiditi e poi anche insultati.

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