La raccolta fondi accelera. Il ‘tesoretto’ è arrivato a quota cinque milioni

La raccolta fondi per salvare la Garisenda a Bologna ha raggiunto quasi 5 milioni di euro grazie alla generosità dei cittadini e delle imprese, con un totale di 20 milioni di risorse disponibili. La solidarietà e il sostegno della comunità locale si sono dimostrati fondamentali per preservare questo simbolo della città.

Da Palazzo d’Accursio c’è soddisfazione: con l’ultima donazione da un milione di euro, contando quelle già in cassa e quelle che promesse, la raccolta fondi è arrivata quasi a quota cinque milioni: 4,8 per la precisione. Merito della generosità dei bolognesi e dei non bolognesi, di tutti coloro che hanno voluto partecipare a un grande lavoro corale per salvare uno dei simboli per eccellenza di Bologna nel mondo. Una macchina che si è attivata fin da subito grazie al sito sosteniamoleduetorri.it e che ha potuto sfruttare anche l’Art Bonus, provvedimento che consente un credito di imposta pari al 65% dell’importo donato a chi effettua erogazioni a sostegno del patrimonio culturale pubblico. A metterci la faccia in prima persona erano stati, fin dall’inizio, due bolognesi doc: Gianni Morandi e Cesare Cremonini. Tutti ricorderanno il grande appello a donare lanciato dai due artisti all’avvio della campagna. Poi le imprese, le istituzioni del territorio, i privati cittadini.

La Garisenda è di tutti, e allora tutti per la Garisenda. Prima di quella di Eric Schmidt, la donazione più corposa era stata quella di Confindustria – spalmata in due tranche da 250mila euro ciascuna –. Poi i 400mila arrivati dal Mondo Legacoop: Scs, Granarolo e Granlatte, Assicoop, Coop Alleanza 3.0, Conad, Consorzio integra e Banca di Bologna. E ancora: i 120mila euro donati da Macron, anche grazie alla raccolta dei proventi delle magliette; i 100mila di Piquadro; i 100mila di Rekeep; i 50mila di Emil Banca. Un territorio unito e solidale, che non si è tirato indietro nel momento del bisogno. Con i quasi cinque milioni raccolti dalla campagna avviata a fine novembre, il pacchetto complessivo di risorse per salvare la Garisenda tocca quota 20 milioni: alle donazioni vanno infatti aggiunti i circa cinque milioni già stanziati dal Comune e gli altri cinque messi in campo dal ministero della Cultura, attraverso il sovvenzionamento tramite Pnrr nel bando destinato alle torri e ai campanili monumentali. Infine, i soldi in arrivo da viale Aldo Moro: la Regione ha infatti ufficializzato un impegno di altri cinque milioni.

Il tesoretto, insomma, cresce. E in mezzo alla generosità e alla partecipazione dei cittadini, spiccano anche le donazioni private, tra chi ci tiene a rimanere anonimo e chi non si nasconde, sottolineando una bolognesità che avanza da generazioni. Sul sito internet dedicato alla raccolta fondi, nella sezione ‘I mecenati delle Due Torri’, sono raccolte tutte le offerte avanzate dai cittadini e, soprattutto, i tantissimi messaggi di affetto e vicinanza lasciati dagli utenti.

Così c’è Eleonora, che dona 30 euro per "la mia città, la più bella del mondo"; c’è Enrico, che ne mette altri 50 per "un piccolo contributo alla mia città natale, anche se ora sono lontano"; c’è Angela, che ne ha versati 250, e scrive: "Cara Bologna, mi hai accolta e piano piano hai cambiato la direzione della mia vita. Sei diventata la mia città di elezione, dove vivo e dove mi emoziono ogni volta che ti attraverso in bicicletta. Ora hai un grosso problema, ma stai tranquilla, siamo in tanti a sostenerti, ce la farai. Non può essere altrimenti". La Garisenda è di tutti, appunto. E allora tutti per la Garisenda.

Francesco Moroni

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