Bologna, pugno di ferro dei pm sulla movida di via Petroni

Decreto penale per 4 locali accusati di disturbo della quiete pubblica

Notti fracassone in via Petroni

Notti fracassone in via Petroni

Bologna, 18 gennaio 2017 - Non erano parole al vento, quelle del procuratore capo Giuseppe Amato. A ottobre aveva incontrato i comitati dei residenti di piazza Verdi e via Petroni, promettendo un intervento sull’annoso problema delle notti fracassone. E la promessa è diventata realtà. In tempi rapidissimi. Dopo appena tre mesi, infatti, quattro gestori di altrettanti locali di via Petroni hanno ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di disturbo della quiete pubblica, sulla base delle rilevazioni dei rumori fatte dall’Arpa. Ma non è finita, perché la il procuratore Amato in prima persona ha già chiuso l’inchiesta con il deposito della richiesta di quattro decreti penali di condanna a carico degli indagati. Si tratta di una pena detentiva convertita in una pecuniaria, di alcune centinaia di euro, sulla quale nelle prossime settimane dovrà esprimersi il giudice.

Ora la palla passa, oltre che al gip, anche agli avvocati degli osti, che potranno chiudere tutto con un’oblazione, cioè il pagamento della sanzione senza alcuno strascico per la fedina penale dell’interessato, oppure fare opposizione e andare a processo per discutere nel merito della questione. I quattro locali sotto accusa sono il bar Balanzone, il Mediterraneo cafè, Lacquanova e la Degusteria (e non l’osteria Cucchiaio d’oro come abbiamo riportato in un primo momento per un errore di cui ci scusiamo con gli interessati). Max Venturi, il titolare del Balanzone, e il suo avvocato, Gabriele Bordoni, sarebbero intenzionati a fare opposizione. Già in passato l’oste aveva ricevuto un decreto penale con la stessa contestazione, ma il processo non era arrivato a sentenza perché, fra i tempi dell’indagine e quelli della trasmissione del fascicolo al gip, della fissazione della data d’udienza e dell’inizio del processo, erano passati cinque anni e il reato si era prescritto. Stavolta, però, la Procura è stata velocissima quindi ci sarà tutto il tempo per celebrare l’udienza entro i termini.

L’accusa della Procura nei confronti di Venturi è di “aver posto in essere, quale titolare del pubblico esercizio Balanzone, una condotta idonea a turbare la pubblica quiete in quanto gli schiamazzi degli avventori risultano idonei e talmente diffusi da incidere sulla tranquillità pubblica”. I fatti contestati partono dal 2016 e l’accusa si basa sulle rilevazioni fatte svolgere da Amato ai tecnici dell’Arpa sui livelli di rumore raggiunti in via Petroni nelle notti fracassone. In diverse occasioni sarebbero state superate le soglie previste dalla legge e la contestazione agli osti è di non aver impedito agli avventori che stazionano davanti ai locali di fare tanto baccano. Successivamente i legali sono pronti a dar battaglia su più fronti, mentre i residenti non possono che essere soddisfatti di una risposta così sollecita alla loro richiesta di un minimo di quiete notturna in via Petroni e piazza Verdi.

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