Azienda assume, ma non si presenta quasi nessuno: il colloquio è di domenica

“Non vengo, vado alla partita”. Alla selezione di CityPoste Payment per 104 posti si presentano in 25 AGGIORNAMENTO L'imprenditore ci riprova: nuovo annuncio

Un pacco postale

Un pacco postale

Bologna, 7 febbraio 2015 - L’annuncio di lavoro era allettante, tanto che in 563 hanno presentato il proprio curriculum. Poi, solo in 25 si sono presentati al colloquio, fissato di domenica. Motivo? La domenica, appunto: va onorata, restando a casa con la famiglia.

Proviamo a fare un’analisi razionale. È un lavoraccio?

«No – chiarisce Bachisio Ledda, imprenditore anima di CityPoste Payment, circuito nazionale in franchising, tipo bancoposta –. Cerchiamo persone con capacità imprenditoriali da inserire come responsabile di agenzia in 52 negozi che vogliamo aprire, non in franchising».

Avete 104 posti da coprire: modello Jobs act con contratti a tutele crescenti?

«Sì, chi preferisce il posto da dipendente verrà assunto con il contratto a tutele crescenti. Ma le possibilità sono due perché cerchiamo anche subagenti, collaboratori con partita Iva».

 

Quale sarà la busta paga iniziale dei dipendenti?

«Vengono inquadrati nella categoria commercio, terzo livello, quindi si parte da circa 1.430 euro al mese».

Il titolo di studio richiesto?

«Almeno cinque anni di scuola superiore».

Insomma, le carte per avere la fila di aspiranti agenti ci sarebbero. Invece...

«Invece, per i colloqui avevamo affittato in un hotel una sala da 50-60 posti che temevamo fosse piccola, ma si sono presentati in 25. È una grande delusione, mi creda».

Difficile darle torto, anche perché per 104 posti è arrivato il quadruplo dei curricula, con una proporzione da crisi a cui siamo abituati. Che cosa non ha funzionato?

«Sembra incredibile, ma alle selezioni, che avevamo deciso di fare il sabato e la domenica per evitare altri impegni improrogabili dei candidati, non si sono presentati proprio perché erano nel fine settimana. I candidati volevano stare a casa con parenti e amici. Ma esiste la serenità in famiglia senza un reddito?».

Forse esagera un po’...

«No, no. la maggior parte ha risposto che aveva impegni familiari e qualcuno addirittura che doveva andare allo stadio. Molti mi hanno detto che avevano già trovato un lavoro, ma se fosse vero la percentuale di disoccupati sarebbe molto più bassa».

Qual è l’età media di chi ha risposto al vostro annuncio?

«Il 60% ha tra 45 e 50 anni».

Quindi, si tratta presumibilmente di licenziati con un’età fuori tempo massimo per poter partecipare alla maggior parte dei concorsi. Come si spiega questi rifiuti?

«Posso solo pensare che non abbiano voglia di lavorare. O forse non hanno l’esigenza».

E ora che cosa farà per selezionare personale?

«Abbiamo deciso di spostare i colloqui a metà settimana, probabilmente il mercoledì, e stiamo già riorganizzando tutto».

Funzionerà?

«Me lo auguro, anche perché siamo in gran ritardo con le nuove aperture».

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