GIACOMO GUIZZARDI
BFC

Inter Bologna, Mihajlovic fa la 'formazione'. Ecco le nuove gerarchie

Il nuovo tecnico rossoblù presenta la sfida di San Siro analizzando la situazione della rosa

Mihajlovic presenta Inter-Bologna (Foto LaPresse)

Mihajlovic presenta Inter-Bologna (Foto LaPresse)

Bologna, 2 febbraio 2019 – Ricomincia domani, da San Siro, la seconda avventura di Mihajlovic sulla panchina del Bologna, con i rossoblù che alle 18 scenderanno in campo alle 18 contro l'Inter. Per il tecnico serbo, arrivato in settimana, è già tempo di tirare i primi bilanci sulla sua nuova squadra: “Quello che mi dà fiducia è che i ragazzi hanno capito come io intendo il calcio. Capisco che era diverso da ciò che facevano prima; ci vuole tempo, conta che ci provino e lo fanno con fiducia e convinzione. Domani il risultato è importante ma mi interessa la prestazione, voglio che mettano in campo ciò che hanno provato in settimana. La squadra fisicamente sta bene, ma manca un po’ di intensità. Uno o due giocatori erano diversi da come me li aspettavo, ma gli altri sono più o meno come li immaginavo”.

L’Inter che scenderà in campo sarà sicuramente in cerca di rivalsa dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia: “Non attraversa un buon momento. Io ho allenato e giocato all’Inter, conosco anche il pubblico. Dipende anche da noi, sembra assurdo dirlo che il Bologna va a San Siro e dipenda da noi. Andremo là e cercheremo di fare ciò che abbiamo provato. L’Inter è una grande squadra e ha grandi giocatori, ma voglio vedere la prestazione. Non dobbiamo essere condizionati, non dobbiamo partire sconfitti. Di partite purtroppo ne perderemo, ma con la giusta intensità ne vinceremo di più”.

Domani il Bologna non potrà contare su due giocatori: “Sansone ha avuto un affaticamento, da lunedì torna in gruppo. Dzemaili ha fatto oggi il primo allenamento con noi, sta bene ma dopo una settimana di allenamenti verrà convocato”. Chi invece ha grosse chance di partire titolare è Lyanco, appena arrivato dal Torino: “L’ho preso per giocare, non per stare in panchina. È un ragazzo forte, fisicamente e tecnicamente, ha velocità. Come ogni difensore brasiliano ogni tanto fa qualche sciocchezza, si fida molto di sé. Lui e Danilo si possono sposare molto bene, parlano la stessa lingua; è stato male, ma è un mese e mezzo che si allena con regolarità. Edera è un altro giocatore giovane che ho confermato, l’ho visto in primavera e mi è piaciuto. Tipo Orsolini, ma ha più gamba ed è più concreto e va dritto in porta. Si giocheranno la maglia”.

Chi, anche con Mihajlovic, avrà un ruolo da protagonista è sicuramente Palacio: “Palacio, come lo vedo io e come l’ho visto da fuori è il giocatore più in forma adesso. Questo è un bene ma anche un male, visto che ha 36 anni. Non facendolo giocare esterno deve correre di meno e può essere più incisivo, ma mancando Sansone e visto che hanno caratteristiche simili devo cambiare qualcosa”.

Sul mercato appena concluso: “Sapete meglio di me che il mercato di gennaio è difficile. Puoi prendere o un giocatore che non gioca da un’altra parte, o che è appena rientrato da un infortunio o un giovane. A noi servivano giocatori pronti, che potevano dare qualcosa in più. Se dovevo prendere tanto per non valeva la pena. Hanno preso giocatori che avrei preso anche io, che avevo indicato dieci giorni prima di arrivare. I giocatori proposti erano o stranieri o non mi piacevano; il Torino dava due giocatori giovani, mi piacevano e li volevo e la società li ha presi subito. C’era un altro ruolo che mi mancava ma non abbiamo preso tanto per prendere”.

Sulla decisione di venire a Bologna: “Sono venuto a Bologna perché ero convinto di farcela, altrimenti stavo a casa. Era più una cosa mia, potevo aspettare ancora. Io volevo andare all’estero, ho rifiutato altre offerte in Italia, ma tutti gli allenatori che dovevo sostituire poi vincevano e non se n’è fatto nulla. Al Bologna c’è una situazione difficile, se faccio un mezzo miracolo è una bella cosa. Ho guardato bene tutto, ma quando ho sentito dentro di me che si poteva fare ho accettato subito. Sono convinto di farcela, dobbiamo cambiare mentalità e come dico sempre, i giocatori sono liberi di fare quello che dico io”.

Su Destro e sul possibile ballottaggio con Santander: “Ieri gli ho fatto vedere gli allenamenti che ha fatto e a parte il primo giorno è stato tra i migliori, deve continuare così ma dipende solo da lui. Questo lo sa, sono contento e convinto che riusciremo a recuperarlo. Non penso di farlo giocare dall’inizio, devo vedere come sta e inserire chi ha la possibilità di fare novanta minuti perché non voglio avere cambi obbligati. Destro sarebbe uno di quelli, e Santander ora sta meglio di lui”. La chiosa finale è su Roberto Mancini, del quale è stato vice all’Inter: “Non l’ho sentito, è un po’ di tempo che non ci sentiamo”.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro