Sul set della fiction "Dolce Amore", guarda le foto e il video

Un manipolo di star filippine ha occupato Villa Benni (GUARDA LE FOTO e IL VIDEO)

Ciak a Villa Benni in via Saragozza (Foto Schicchi)

Ciak a Villa Benni in via Saragozza (Foto Schicchi)

Bologna, 22 dicembre 2015 - Il maestoso cancello di Villa Benni si apre lentamente, le porte in cima all’imponente scalone sono spalancate, tutte le finestre illuminate. Due giovani filippine vestite da cameriere, con tanto di grembiule e cuffietta, si affacciano dal salone e tutt’intorno è un via vai di volti dai tratti asiatici. Per tre giorni, nella bella dimora di via Saragozza, si è infatti ‘trasferita’ la famiglia Pellegrini, protagonista della fiction filippina Dolce amore (GUARDA LE FOTO e IL VIDEO).

La tormentata storia fra la benestante Serena, la star della tv Liza Soberano, e un giovane filippino privo di mezzi inizia proprio a Bologna dove la ragazza vive con la famiglia adottiva prima di spostarsi a Manila per coronare il suo sogno d’amore. «Si tratta di una produzione fra le più rilevanti delle Filippine – spiegano Emanuela Zaccherini e Francesco Cammarota di Studio 54 che cura la produzione delle puntate italiane – con attori famosi, vere star in patria, un’occasione veramente importante per Bologna».

I nomi sono quelli della regista Cathy Garcia Molina che con il suo ultimo film A Second Chance ha sbancato il box office battendo tutti i record di incassi nelle Filippine, alla splendida 17enne Liza Soberano, madre californiana e padre filippino, alla star del cinema Cherie Gil Eigenmann fino al giovane italo-filippino Matteo Guidicelli.

Fra una scena e l’altra, recitata in italiano, Matteo racconta di aver esordito come pilota di go-kart («volevo essere il primo filippino della Formula 1») e di aver raggiunto il successo come attore dopo gli studi di musical theatre al Columbia College di Chicago.

Poi però nella sua vita ha iniziato a cantare (la sua fidanzata, Sarah Geronimo, è una celebrità della musica filippina), ha inciso un disco pop-rock e all’età di 25 anni, all’apice del successo, decide di abbandonare il set per il palcoscenico. Una coincidenza, o un segno del destino, lo ha portato nel cast di Dolce amore, la sua settima fiction: «Ero deciso a lasciare quando è arrivata questa proposta. Mio nonno, veneziano, era morto da poco e il suo sogno era vedermi recitare in italiano in una serie tv. Non potevo rinunciare».

Accolto da un capannello di fan filippini davanti all’hotel, Matteo insieme al resto della troupe ha vissuto la tre giorni bolognese fra tagliatelle al ragù, dichiarazioni d’amore ai piedi del Nettuno, scene girate nei luoghi cult di Bologna, dalle vie del centro, a San Luca al campo di calcio della Virtus di via Valeriani.

Cicerone del set bolognese è stato un altro attore del cast, Ruben Maria Soriquez che, a dispetto del nome, è nato e cresciuto a Bologna, ha studiato al Dams, si è formato alla Scuola di Teatro Colli con Emanuele Montagna e poi alla New York Film Academy: «In Italia ho fatto due lungometraggi come regista ma a Bologna si gira poco così mi sono detto o vado a Roma ma sarei uno dei tanti, o all’estero per sfruttare la mia italianità».

Così ha scelto le Filippine, terra di origine di suo padre, «dove essere italiani è un gran vantaggio perché ci tengono in gran conto, per il nostro cinema e per il cibo. Da italiano era più facile incontrare produttori e registi, in poco tempo sono riuscito a farmi conoscere fino a fondare una mia casa di produzione. Lì costa infinitamente meno».

Certo i ritmi sono intensi, «si lavora a giorni alterni, dalle cinque del mattino alle tre di notte ma i cachet degli attori arrivano fino al corrispettivo di 10mila euro a puntata, cosa che in Italia ce la sogniamo».

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