Tassa di successione più cara? Crescerà l'evasione

Massimo Gagliardi

Massimo Gagliardi

Bologna, 20 settembre 2014 - Si torna a parlare dell’aumento della tassa di successione, la tassa più temuta dagli italiani. Quella più odiata è senz’altro la Tasi (vecchia cara Ici, poi Imu). Ma quella di successione la temiamo tutti. È mai possibile che un giorno si parli di tagli alle tasse e il giorno dopo di come aumentarle? Giorgio Predieri

Risponde Massimo Gagliardi, vice direttore il Resto del Carlino

Appena ieri abbiamo parlato della possibilità di uniformare l’Iva al 15 per cento, il che vorebbe dire colpire le fasce più deboli già che i consumi alimentari base sono gravati da Iva al 4 per cento. Oggi parliamo di tassa di successione, un tema che costò moltissimo a Prodi e rese altrettanto a Berlusconi. Attualmente è del 4 per cento sui beni ereditati al di sopra del milione di euro. Perché sarebbe inutile riaumentarla? Portarla al 5 e abbassare la franchigia a 350mila euro, darebbe 500 milioni in più, una goccia nel mare che avrebbe però un altissimo costo elettorale. Sarebbe inoltre controproducente: aumentare qualsiasi tassa in questo momento farebbe crescere solo l’evasione. Nella civilissima (e ancora ricca) Bologna sono sempre più le categorie che prestano servizi in nero. Provare per credere. massimo.gagliardi@ilcarlino.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro