Immigrati, servono le classi ponte

Lettere al Direttore

Bologna, 29 agoisto 2015 -  Ho letto sul Carlino Bologna delle difficoltà che hanno i vari presidi degli istituti comprensivi per inserire tutti i figli degli immigrati. Spesso si supera la soglia del 30% stabilita dal Ministero. Con tutti questi nuovi sbarchi diventerà una valanga. Nicola Benvenuti

Risponde Massimo Gagliardi, vide direttore de il Resto del Carlino

La situazione in molte scuole è difficile e in una, le “Federzoni”, il rapporto si è già invertito: i bimbi italiani sono solo il 25%. Quindi, come dice Lei, il problema può solo crescere. La questione del numero porta con sé quella dell’efficacia dell’insegnamento. Quasi sempre i figli degli immigrati, in particolare quelli appena arrivati, non conoscono la nostra lingua e si trovano in posizione di forte svantaggio rispetto ai coetanei italiani. I maestri saranno costretti a rallentare col programma e quindi chi volesse dare un’istruzione adeguata a suo figlio, se può, sceglierà una scuola privata. L’unico modo per evitare che quella pubblica abbassi il livello è pertanto quella di creare classi ponte per gli immigrati dove per un anno possano studiare la nostra lingua. E chi parlerebbe di classi ghetto farebbe solo del male a quei ragazzi che comunque verrebbero inseriti l’anno dopo tra gli italiani.

massimo.gagliardi@ilcarlino.net

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