Pieve di Cento in lutto per ‘Cesco’, morto in moto a 24 anni: «Con il suo sorriso aiutava tutti»

Francesco Ardizzoni, 24 anni, è morto in moto a Guiglia FOTO

Francesco Ardizzoni, morto a 24 anni, al lavoro in pizzeria

Francesco Ardizzoni, morto a 24 anni, al lavoro in pizzeria

Pieve di Cento (Bologna), 13 luglio 2015 - Solo dolore, sgomento e incredulità per l’improvvisa quanto tragica scomparsa di Francesco Ardizzoni (FOTO), 24 anni, studente universitario e pizzaiolo, residente a Pieve di Cento. Il giovane ha perso la vita sabato in sella alla sua moto scontrandosi contro un furgone sulla provinciale Passo Brasa, a Guiglia nel Modenese. Ardizzoni, detto Cesco, era un ragazzo solare e pieno di vita, come lo ricordano i compagni di vecchia data che ieri si sono radunati in memoria dell’amico scomparso.

In paese lo conoscevano tutti e anche nella vicina Cento, nel Ferrarese, era molto stimato. Sempre legato alla sua Pieve di Cento, il 24enne era impegnato in mille attività: oltre a far parte della contrada di carnevale «Burdigon» e aiutare la Pro Loco come volontario durante le sagre, fino a qualche tempo fa aveva giocato come seconda linea a rugby. Questo non gli impediva di studiare per ottenere la laurea in produzioni animali, e di lavorare per la pizzeria «Pinko pallino», a Cento. La notizia della scomparsa del 24enne ha fatto in brevissimo tempo il giro della associazioni di volontariato, a Pieve. Il presidente del comitato carnevalesco Paolo Gallerani è dispiaciuto: «Era un ragazzo affidabile e volonteroso – sottolinea –. Quando a turno un esponente delle società mi doveva sostituire per il mercatino durante il carnevale, lui era sempre puntuale. Anche quando c’era da spostare le attrezzature dei Burdigon dentro il magazzino, aveva fatto tutto lui. Lavorava in una pizzeria a Cento e quando passavo in bici con la famiglia trovava sempre il tempo di salutarmi».

Gli fa eco il presidente della Pro Loco Angela Zuppiroli: «Pur essendo giovane era in prima linea nel mantenere le tradizioni paesane – osserva –. Anche nell’ultima sagra del maccherone si era fatto valere in cucina nella preparazione delle pietanze. Non bisognava mai pregarlo, era lui a farsi sentire per rendersi utile. Ho ricevuto tante telefonate di gente dispiaciuta».

Gli amici di lunga data lo ricordano con affetto: «Con Cesco ne abbiamo vissute tante – raccontano –. Era sempre disponibile ad aiutare gli amici. Il suo sorriso ci guidava da lontano. Con lui alcuni di noi avevano fatto le vacanze l’anno scorso in montagna. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ci siamo ritrovati per ricordarlo e per sostenerci l’uno con l’altro e cercare di superare il dolore. Alcuni di noi hanno passato una notte insonne dopo aver appreso la notizia. Non ci volevamo credere di aver perso una persona straordinaria come il nostro ‘Cescone’».

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