Il padre della mamma suicida è disperato: "Noi l’abbiamo sempre aiutata. Ma i soldi finivano chissà dove"

Tragedia di Ponte Ronca, il genitore della quarantenne: "Quella tragedia poteva essere evitata"

Carabinieri al lavoro

Carabinieri al lavoro

Bologna, 26 giugno 2015 - Un divano, un televisore, dei giocattoli in una cesta, in attesa che arrivino i due nipotini. Tutto apparentemente è come sempre nell’appartamento di Casalecchio. Ma in realtà nulla sarà più come prima, dopo il suicidio della figlia. Per la prima volta dalla tragedia di lunedì notte rompe il silenzio il padre della donna, R.G. di 40 anni, disoccupata, che si è tolta la vita a Ponte Ronca, frazione di Zola, perché sotto sfratto.

Voci, illazioni e ipotesi si sono diffuse in questi giorni e la famiglia non ci sta. «Io e la mia ex moglie non abbiamo mai abbandonato nostra figlia – chiarisce il padre – e le siamo sempre stati vicini». Il genitore non crede che la figlia fosse disperata: «Quando aveva bisogno di soldi noi c’eravamo sempre e sia domenica che lunedì ero da lei. Ogni volta che sento la gente parlare male della nostra famiglia è una coltellata al cuore». Sul gas staccato per morosità e sull’appartamento nuovo sfumato, il genitore ha messo a verbale ciò che sa: «Sono andato dai carabinieri oggi (ieri per chi legge; ndr) a rilasciare spontaneamente una testimonianza per chiarire come sono andati i fatti. Avevo dato mille euro a mia figlia per pagare il gas ma poi sono andati spesi per fare l’assicurazione del fuoristrada del compagno. Per la caparra del nuovo appartamento mia moglie invece aveva dato 2.400 euro. Ma questi soldi poi sono spariti nel nulla. Anche se in realtà so dove sono finiti». 

Il padre ritorna sul rapporto turbolento tra la figlia e il compagno: «Lei non aveva mai avuto problemi grossi perché noi siamo sempre intervenuti per risolverli. Lo sappiamo come sono i figli: a volte non ascoltano i genitori. Tutto quello che ho sentito dire in questi giorni sono solo parole. Mia figlia dopo aver preso i soldi da noi arrivava a casa, e lì noi non potevamo più controllare come venissero spesi». Il genitore torna al lunedì della tragedia: «Avevo accompagnato mia figlia e i due bimbi alla visita pediatrica. In auto scherzavano e ridevano con la mamma. Lei non ha mai fatto capire di voler compiere gesti estremi. E non l’ho mai sentita parlare di volersi togliere la vita. Al ritorno lei e i bimbi sono andati a prendere il gelato a Ponte Ronca. Dopo di che non ho più saputo nulla. Un buco lungo delle ore sul quale per tutta la vita mi farò delle domande».

Sul fatto che la donna si sia suicidata dopo che il partner le ha comunicato che il nuovo appartamento non c’era più, il padre ha ancora dei dubbi. «Dopo la tragedia ho parlato con il compagno - conclude il genitore - e gli ho chiesto dove fosse finita la caparra. Se l’appartamento era sfumato doveva farsi ridare il denaro. Lui mi ha detto che i soldi non c’erano più. E qui è finita la conversazione. Ma nessuno mi toglie dalla mente che tutto questo poteva essere evitato. Soltanto questo è il mio rammarico»

 

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