Bologna, spaccio in Montagnola. La rabbia del titolare del chiosco

Max Princigallo si sfoga: "Pusher indisturbati davanti ai bambini"

Bologna, Max Princigallo denuncia la presenza di spacciatori in Montagnola (Schicchi)

Bologna, Max Princigallo denuncia la presenza di spacciatori in Montagnola (Schicchi)

Bologna, 10 luglio 2016 - Non è stata una bella sorpresa, a fine marzo, quando ha tirato su la serranda della sua baracchina azzurra in Montagnola. Lo scenario che gli si è parato davanti non era più quello della primavera dell’anno scorso. E ora Massimiliano Princigallo racconta che la situazione nel parco è insostenibile «per la quantità esasperante di spacciatori che alla luce del giorno e davanti ai bambini fanno i loro traffici come se fossimo in un coffee shop».

Sono infatti i più piccini, in compagnia dei genitori, i più assidui frequentatori pomeridiani della baracchina: a loro i gelati, ai genitori gli spritz, in una ideale condivisione di uno spazio che «da tre anni sembrava essere diventato una sorta di paradiso rispetto alle stagioni precedenti». Princigallo ha acquistato il chiosco 4 anni fa, quando era già chiuso da un po’ proprio per vicende di spaccio.

«Sapevo che la Montagnola – dice – era un posto con certi problemi, ma in realtà le cose erano molto migliorate, poi dalla fine di marzo il paesaggio è mutato, ho iniziato a vedere una quantità incredibile di spacciatori che trattano di tutto, marijuana, cocaina ed eroina; se prima chiudevo all’una di notte, ora alle 22 me ne vado». E, dal suo presidio ‘privilegiato’, aggiunge: «Quando uno ha finito la fornitura va da quello accanto, come fosse un franchising dove tutti propongono la stessa merce e possono contare l’uno sull’altro».

La faccia gli si deprime particolarmente quando parla dei giovani clienti: «Il massimo è quando vengono a fare gli scambi in mezzo ai bimbi che mangiano il gelato, è surreale e io li mando via, ma non posso fare altro. E’ come se pensassero che questa è zona franca e che loro possano fare quel che vogliono, indisturbati. Venerdì scorso sono stato costretto a intervenire quasi fisicamente: in 22 anni, dopo 10 locali gestiti, mai vista una roba così».

E le brutte esperienze non finiscono qui: «Devo passare il tempo a cacciare anche i ragazzi che si fanno le canne proprio dopo aver acquistato dagli spacciatori. Le forze dell’ordine sono presenti, ma noto come un’impotenza verso questa problematica».

Per fortuna Princigallo, per tutti Max, non è solo. Accanto a lui ci sono persone che portano i cani a passeggiare e che si fermano lì per un drink e ci sono i genitori coi bimbi. Chiara Affronte è una mamma che viene sempre coi due figli: «E’ inaccettabile – attacca – che in un parco con una scuola di 200 bimbi ci sia uno spaccio del genere che tutti vedono; non siamo il Bronx o Scampia ma, al contrario di ciò che dice la vulgata, qui è frequentatissimo. Abbiamo avuto degli incontri con le istituzioni, ma mai con la Questura che deve interessarsi alla questione e fare entrare la Montagnola nei tavoli sulla sicurezza».

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