Bologna, firme irregolari, indagati 4 grillini fra cui il consigliere Piazza

Il vicepresidente dell’assise di Palazzo d’Accursio nei guai: "Se mi arrivasse un avviso di garanzia, mi autosospenderò immediatamente"

Marco Piazza, consigliere comunale del M5S (foto Schicchi)

Marco Piazza, consigliere comunale del M5S (foto Schicchi)

Bologna, 23 novembre 2016 – Dopo il 'caso Palermo' (video), ora si conferma il 'caso Bologna'. L’inchiesta della procura delle Due Torri scuote il Movimento 5 Stelle sull’ormai tormentata questione di 'firme irregolari' sulle liste per le Regionali. A finire indagati sono 4 persone, tutti nei guai per il loro ruolo di certificatori. E già nel Movimento si parla di autosospensione, consigliata agli indagati: "Nel Movimento chi sbaglia va via, senza sconti", avvertono infatti i 5 Stelle. Si aspetteranno ancora due soli giorni, poi una volta nominati i probiviri che, in base al nuovo regolamento da poco votato dagli attivisti, possono decidere sospensioni cautelari, si procederà d'ufficio.

L’indagine era partita già due anni fa con oltre mille persone ascoltate. A fine ottobre era già emerso come potessero esserci già alcuni indagati, mentre fino a oggi la Procura aveva proceduto contro ignoti.

In mattinata la svolta: quattro iscritti nel registro degli indagati, di cui tre attivisti e uno che invece è stato eletto, ovvero il consigliere comunale e vicepresidente del consiglio Marco Piazza.

"Al momento sono molto tranquillo e molto sereno, perché credo di aver agito nel rispetto di tutte le regole. - afferma Piazza -. Non ci sono firme false, non ci sono ricopiature e cose strane, non ne avevamo assolutamente bisogno. Ho appreso oggi dalla stampa di essere iscritto nel registro degli indagati, già questa credo sia una cosa su cui riflettere, ma non è mi è stato notificato nulla", precisa, intercettato in Comune al termine di alcune riunioni. "Attendo di sapere cosa mi viene constestato. Appena lo saprò lo renderò pubblico". "Per quanto riguarda il Movimento, sono a disposizione. Prima di tutto viene il bene del Movimento": Piazza risponde così ad una domanda sull'ipotesi di una sua autosospensione.

Fra gli indagati c'è anche Stefano Negroni, attivista grillino: "Sono meravigliato. Mi sono sempre fidato di chi ha preparato i moduli quando li ho portati in tribunale, se ce ne fossero stati di dubbi avrei avuto tutti gli elementi per toglierli e mettercene altri. Ci vorrà un minimo di dolo per fare un reato. Ho fatto due banchetti.Se avessi saputo una cosa così... (delle firme raccolte al Circolo Massimo, ndr). Il nostro modo di raccogliere le firme è collegiale, tutti ci hanno messo le mani. Nel nostro modo di lavorare condiviso un errore ci può stare".

L’accusa è aver violato il testo unico delle leggi elettorali certificando in maniera irregolare le firme.Tutto trae origine da un esposto fatto da militanti a Monzuno.

BUGANI - A difesa di Piazza arriva il capogruppo pentastellato Massimo Bugani: "Su Marco ci metto non una ma due mani sul fuoco, mi fido più di lui che di me stesso. Andrà subito a parlare con i pm per chiarire la situazione". Anche sugli addebiti dei magistrati Bugani è sereno: "Mi sento di escludere che non ci fosse l'autenticatore, perché sono sempre stati presenti. Se nell'esposto è scritto che non erano presenti, mente. Penso sia facilmente dimostrabile. Se ci sono errori, se un fessacchione ha preso qualche firma a Roma (durante un evento dei 5 Stelle al Circo Massimo, ndr) si dimostrerà che sono firme vere che poi un fessacchione probabilmente le ha portate a un banchetto e infilate dentro gli altri moduli. Se è questo, penso sia risibile su 1.300 firme. Se è altro per me sarà facilmente dimostrabile che sono stati scherzetti di chi era pieno di livore per le candidature delle Regionali" riferendosi all'esclusione dell'ex consigliere regionale Andrea Defranceschi. Ora per Piazza è possibile la sua autosospensione dal Movimento? "Ci può stare per le regole del Movimento - dice Bugani -, ma prima ne parleremo con i garanti".

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