Referendum, i partigiani fuori contesto

La lettera Risponde il vicedirettore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 27 maggio 2016 - Capire i politici a volte diventa difficile. L’altra sera, durante una trasmissione su ‘La 7’, ho ascoltato l’on. Bersani che criticava la Boschi per la definizione di ‘partigiani veri’. Mi pare del tutto logico e non vedo niente di scandaloso, per chiarire un concetto, fare distinzione tra il partigiano che ha combattuto ed il partigiano simpatizzante classe 1970.  Gian Piero Montevecchi, Fognano (Parma)

Risponde il vicedirettore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

Non farei troppe distinzioni fra partigiani veri, finti e iscritti all’associazione. Partiamo dall’inizio. Il confronto politico si accende sul voto del referendum costituzionale (Il governo sponsorizza il sì) e mentre nel dibattito si affrontano maggioranza e opposizione irrompe sulla scena l’Anpi. Il Pd si divide, il ministro Boschi invoca il sì dei partigiani veri ed entrano in scena perfino due reduci (originali doc), Germano Nicolini e Otello Montanari, che sollevarono il velo sui delitti del dopoguerra. Che c’entra l’Anpi col referendum? Nulla infatti. Certo l’associazione può esprimersi ma che poi la specifica posizione diventi oggetto a sua volta di scontro è surreale. Allora perchè non coinvolgere anche la Protezione civile, la Croce blu, gli ufficiali in congedo? I partigiani stiano fuori nelle baruffe del governo. Hanno una storia e dei valori da difendere. Il lavoro non manca.

beppe.boni@ilcarlino.net

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