Bologna, 20 milioni di investimenti per lo sport

Lepore: "Concepire lo sport come ‘un luogo di incontro urbano’ e pertanto di ‘cura delle relazioni’, ci consente di guardare ad un nuovo ruolo delle politiche sportive, al pari di quelle culturali". Ecco le attività più praticate

Piano strategico per lo sport, la presentazione (FotoSchicchi)

Piano strategico per lo sport, la presentazione (FotoSchicchi)

Bologna, 20 gennaio 2018 - Presentato oggi, all’auditorium Illumia, ‘Bologna per lo sport’, il piano strategico voluto dal Comune - realizzato con il supporto scientifico di Nomisma - rappresenta l’esito del percorso programmatico incentrato sullo sport e sulla pratica sportiva nella città di Bologna nato dalla consapevolezza del ruolo che lo sport ricopre nella città e per la città. Lo sport - riporta una nota di Palazzo d’Accursio - è veicolo di inclusione sociale, miglioramento della salute e della qualità della vita, benessere di comunità, fattore di promozione territoriale.

“Per la prima volta nella sua storia il Comune di Bologna ha deciso di dotarsi di un Piano strategico per lo Sport - spiega l’assessore allo Sport, turismo e cultura Matteo Lepore -. L’amministrazione comunale, in questo mandato, ha voluto dare maggiore rilevanza allo sport, sia in termini di risorse che portando avanti una riorganizzazione interna del Comune di Bologna. In particolare, si evidenzia la scelta del sindaco di creare un unico assessorato Cultura, turismo e sport come forte scelta di integrazione delle politiche che maggiormente hanno un peso, sia sulla promozione internazionale della città, sia sulla coesione sociale dei quartieri. Concepire lo sport come ‘un luogo di incontro urbano’ e pertanto di ‘cura delle relazioni’, ci consente di guardare ad un nuovo ruolo delle politiche sportive, al pari delle politiche culturali. Una strategia globale per la sostenibilità che, se calata nel contesto regionale e bolognese, può individuare nella rete degli impianti e delle associazioni sportive una infrastruttura materiale e immateriale di straordinario valore, attorno alla quale organizzare un nuovo ruolo delle istituzioni pubbliche, dei cittadini, degli ‘imprenditori civili’ e degli educatori, per citare solo i protagonisti principali”.

Un piano che prevede i seguenti investimenti, da parte dell’amministrazione comunale, attraverso il proprio bilancio o convenzioni già sottoscritte: 7 milioni di euro per impianti sportivi di terra comunali; 3 milioni di euro per le palestre popolari; 500.000 euro per playground e spogliatoi palestre scolastiche; 4 milioni di euro per il PalaDozza e 6 milioni di euro per le piscine comunali.

Nella Città metropolitana di Bologna, gli atleti attivi sono 90.000. Questo dato, se rapportato alla popolazione, segnala la presenza di 88,9 atleti tesserati ogni 1.000 abitanti: il 4% in più rispetto al dato regionale e ben oltre il 20% rispetto la media nazionale.

Nella pratica agonistica è il calcio a riscuotere più successo, con i suoi 16.789 atleti tesserati Coni, seguito da pallacanestro (9.608), tennis (7.989) e pallavolo (5.812). Da una lettura di questi numeri emerge una peculiarità del tutto bolognese: nella città metropolitana il basket rappresenta il secondo sport agonistico più praticato, a differenza del resto di Italia o della stessa Emilia-Romagna, dove invece è il volley ad attestarsi alle spalle del calcio. La pratica sportiva amatoriale muta il quadro delle discipline più praticate: in questo caso è il nuoto ad avere il primato con 30.700 persone coinvolte, seguito dalla ginnastica a corpo libero o con attrezzi (17.700 praticanti), dal calcio (15.623) e dalla danza (11.287).

L'indagine condotta da Nomisma mette in luce i dati sulla città, segnalando una massiccia propensione allo sport e al movimento tra i giovani bolognesi. Ad aver praticato sport nell'ultimo anno è infatti l'84% degli studenti tra i 6 e i 19 anni, mentre solo il 5% ha fatto una vita completamente sedentaria. Il breakdown per età evidenzia una flessione al crescere dell'età: la propensione alla pratica sportiva dei ragazzi 14-19 anni si ferma al 74%, perdendo - rispetto alle classi di età precedenti - una quota di sportivi pari al 10% interessata al semplice movimento.

Si tratta di un fisiologico allontanamento dallo sport dovuto principalmente ad un maggior impegno scolastico (motivazione che riguarda il 26% dei ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado che non ha praticato sport nell'ultimo anno) o alla sostituzione dello sport con altro hobby (20%).

Non solo. L'età risulta essere fattore determinante anche se si guarda ai motivi per cui si fa sport e alle attività praticate. Se, infatti, i ragazzi delle scuole primaria e secondaria di I grado svolgono lo sport per cui si sentono più portati, nelle fasi successive a guidare la scelta diventano il divertimento legato all'attività sportiva e la voglia di mantenersi in forma (motivazione dichiarata dal 22% dei ragazzi delle scuole secondarie di II grado che hanno praticato sport).

Inoltre, con riferimento al tipo di sport praticato, emblematico è il caso del nuoto che spopola tra i più giovani (42% di chi fa sport), ma che perde posizioni col passare degli anni, coinvolgendo solo il 16% degli studenti delle scuole secondarie di II grado.

Nell'ambito della sua attività di ricerca - continua la nota del Comune di Bologna - Nomisma ha analizzato anche la valenza sociale dello sport, visto l'importante ruolo come strumento di inclusione. In quest'ottica sono stati condotti approfondimenti specifici su due target di interesse: studenti stranieri e popolazione con più di 65 anni. Rispetto al primo focus realizzato, emerge una minor propensione dei giovani stranieri a praticare sport in maniera continuativa rispetto ai coetanei nati con entrambi i genitori italiani: solo il 43% degli studenti nati all'estero con almeno un genitore straniero ha praticato sport in modo regolare, a fronte del 55% degli studenti nati in Italia con almeno un genitore straniero e addirittura dell'83% registrata tra gli studenti con entrambi i genitori italiani.

Significativa risulta anche la maggiore inclinazione degli studenti stranieri a praticare attività senza istruttore in spazi sportivi ad accesso libero (il 17% degli studenti nati all'estero da almeno un genitore straniero che praticano sport vs il 3% dei giovani praticanti con entrambi i genitori italiani).

Il focus sulla terza età, realizzato attraverso la conduzione di interviste nei centri sociali per anziani della città catturando una parte di domanda già attivata e sensibile all'importanza del mantenersi in forma, fa emergere che sport non è solo giovani, ma sport è città.

Il 69% degli over 65 ha, infatti, praticato sport negli ultimi 12 mesi, principalmente su suggerimento del medico (38%) e prediligendo attività quali ginnastica dolce/posturale, che risulta la disciplina scelta dal 75% di chi pratica sport in strutture organizzate. Chi non accede a corsi organizzati si mantiene in movimento facendo esercizio fisico (76% degli over 65): diffuse soprattutto le passeggiate (abitudine del 79% di chi fa movimento), in particolare nei parchi (57%) o in spazi pubblici (38%), privilegiando così la pratica all'aria aperta.

Sotto il profilo degli impianti, Bologna rappresenta la parte importante dell'offerta sportiva della Città metropolitana: secondo i dati elaborati dal Coni nel 2015, la città conta 569 complessi sportivi (il 44% del totale metropolitano), 843 impianti (48% del totale metropolitano) e 1.296 spazi elementari di attività. In questo contesto l'Amministrazione comunale ha in gestione o in proprietà il 20% degli spazi disponibili in città, suddivisi in 117 strutture tra complessi sportivi e impianti e 259 spazi elementari di attività.

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