Si è impiccata dopo aver appreso la notizia choc: "La casa che ti dicevo non c'è più"

Prima di togliersi la vita la mamma di Ponte Ronca che attendeva lo sfratto ha messo a letto i figli

Un carabiniere

Un carabiniere

Bologna, 24 giugno 2015 - Ha aspettato l’orario di cena per darle la brutta notizia, quando lei incrociando il suo sguardo e vedendolo preoccupato gli ha chiesto cosa avesse. «L’appartamento a Zola che ti dicevo non c’è più. Dopo lo sfratto dobbiamo cercare un’altra casa. Ma vedrai che in qualche modo ce la faremo», le parole del compagno, L. P., 50 anni, manovale e disoccupato, che non ha potuto nascondere la verità a R. G., 41 anni, ex titolare di un’impresa di pulizie, anche lei senza lavoro, separata da cinque anni e madre di due figli, una femmina di 11 anni e un maschio di 10.

Sembrava l’ennesima disavventura cui ormai la famiglia era abituata, ma quando il compagno è uscito di casa per incontrare il fratello, titolare di un’impresa edile, per un possibile nuovo lavoro, qualcosa nella mente della donna deve essere scattato. Dopo aver messo a letto i bambini, la madre ha preso una corda legandola alla grata di una finestra e si è impiccata. È successo lunedì notte a Ponte Ronca, la frazione di Zola Predosa. Il cadavere è stato ritrovato dal compagno al ritorno a casa, verso le 23,30. L’uomo, dopo avere svegliato i due bambini (poi affidati dagli inquirenti all’ex marito della donna), ha chiamato il 118 e i carabinieri.

Secondo quanto emerso dalle indagini dei militari di Borgo Panigale e Zola, la donna si è tolta la vita perché non riusciva a trovare lavoro e il 9 luglio avrebbe subito il terzo tentativo di sfratto. Le bollette e l’affitto non venivano pagati da quasi due anni. L’appartamento, inoltre, era senza gas, staccato per morosità, per cui da settimane la donna preparava da mangiare con il microonde. Il compagno ha raccontato di essere andato al bar e di essere rincasato dopo qualche ora, trovando il corpo della donna, che non ha lasciato biglietti. Le discussioni fra i due conviventi per la precaria situazione erano all’ordine del giorno e in diverse occasioni erano intervenuti i carabinieri su segnalazione dei vicini di casa. Anche il rapporto con l’ex marito era turbolento, lei l’aveva denunciato per stalking.

Il sindaco di Zola, Stefano Fiorini, è dispiaciuto: «La signora era seguita dai servizi sociali dal dicembre 2014. Avevamo attivato, senza successo, l’adesione al protocollo sfratti, ottenendo, tuttavia, il differimento del rilascio dell’alloggio per luglio 2015. La signora e il compagno si erano messi alla ricerca di un alloggio e lo avevano trovato a Zola (600 euro mensili, senza spese condominiali). Potevano richiedere al Comune un aiuto economico per la caparra e per i canoni del nuovo alloggio fino al 50 per cento».

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