Colpito da infarto addominale, ma per lui non c’è l’ambulanza

La denuncia: "Sono andato in ospedale da solo in auto"

Ambulanza

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Cesena, 23 febbraio 2017 - Giorni difficili per la sanità cesenate. Dopo la vicenda del bimbo nato morto ecco un altro caso spinoso. Qui si parla di un infarto addominale in atto e dell’ambulanza che non arriva. E fortuna che l’infartuato non sa che sta rischiando la vita - lo apprenderà all’arrivo al pronto soccorso - sennò chissà se avrebbe avuto la lucidità di guidare la propria auto fino all’ospedale. D’altronde dopo 33 minuti di attesa con dolori lancinanti al ventre ad un 35 enne di Cesenatico è stata lasciata ben poca alternativa. Ecco come la racconta lui stesso.

«Giovedì 16 febbraio, assalito da forti dolori addominali che non ero riuscito a risolvere con un Buscopan, ho chiamato il 118 spiegando la situazione. Erano le 14,20, l’operatore mi ha comunicato che presto sarebbe arrivata un’ambulanza. Dopo 18 minuti, però, ossia alle 14,38, non era ancora arrivato nessuno ed ho richiamato, essendo i dolori diventati insopportabili. ‘Cinque minuti ancora’, mi ha risposto l’operatore. Ma alle 14,53, e dunque dopo 15 minuti dall’ultimo sollecito e ben 33 minuti dalla prima richiesta, non avendo ricevuto visite né telefonate, ho richiamato. A quel punto l’operatore mi ha risposto che le ambulanze erano tutte impegnate e che, se volevo un pronto intervento, mi conveniva cercare soluzioni da solo. Mi sono trascinato fino alla mia auto e ho guidato fino al pronto soccorso di Cesenatico in preda a quello che sarebbe poi stato diagnosticato come infarto intestinale. Da lì sono stato trasportato all’Ospedale Bufalini di Cesena, dove sono stato operato d’urgenza. A detta dello staff operatorio di Terapia Intensiva e di Chirurgia d’Urgenza, che ringrazio per l’alta professionalità, sarebbero bastati pochi minuti di ulteriore indugio perché la vicenda avesse esito letale».

«Ora - dice l’uomo, che ha inviato una lettera di protesta all’Asl - vorrei sapere chi devo ringraziare per i 33 minuti di inutile attesa prima di essere informato che dovevo arrangiarmi. Non si poteva dirlo subito? Dovevo richiamare due volte io per scoprirlo?». Pare proprio di sì, stando a quanto evidenzia il dottor Claudio Begliardi responsabile medico della Centrale Operativa 118 Romagna. «Il paziente – precisa Begliardi – presentava sintomi, sin dal mattino come lui stesso ha precisato, classificati con un basso codice d’emergenza e l’ambulanza che gli era stata destinata ha incrociato altre urgenze. Gli è stato chiesto se, per risparmiare tempo, sarebbe potuto andare accompagnato o da solo all’ospedale di Cesenatico mentre arrivava l’ambulanza da Cesena, e così è stato».

«Occorre ricordare - evidenzia Begliardi - che il 118 è un sistema dinamico, in grado di gestire le emergenze che si sovrappongono, e che comunque i sintomi di chi richiede un mezzo di soccorso non vengono mai sottostimati, anzi si segue un preciso algoritmo ministeriale. Un infarto addominale, peraltro, è di difficile diagnosi anche in ospedale». Ma quanto è attendibile la classificazione d’emergenza fatta sulla base di una telefonata? «Abbiamo un margine d’errore bassissimo. Il nostro sistema funziona molto bene».