"Pantani fu ucciso", la Procura riapre il caso dopo 10 anni

Le carte: "Nessun suicidio: il Pirata sarebbe stato picchiato e costretto a bere la cocaina". Il procuratore capo: "Un atto dovuto". Il pm della prima inchiesta: "No comment". Gli scatti più belli di Marco - FOTO / Pantani, fu omicidio volontario - VIDEO

Marco Pantani (foto Lapresse)

Marco Pantani (foto Lapresse)

Cesenatico, 2 agosto 2014 - "Il 14 febbraio 2004 Marco Pantani (FOTO) non si suicido'. Il fuoriclasse di Cesenatico non era solo in quella maledetta camera d'albergo, al quinto piano del residence ''Le Rose'' di Rimini. Dieci anni dopo, l'inchiesta della Procura della Repubblica di Rimini ha riaperto il caso (VIDEO)".

La mamma di Marco Pantani, Tonina, lo annuncia su Facebook, confermando le indiscrezioni di "Gazzetta" e "Repubblica" "Non si sarebbe trattato di suicidio, ma Marco sarebbe stato ucciso: 'omicidio con alterazione del cadavere e dei luoghi', la nuova ipotesi della Procura".

L'ipotesi e' che il 'Pirata' non sia deceduto "come conseguenza accidentale di overdose", come fu stabilito in origine, ma che sia stato ammazzato. In particolare a persuadere il procuratore capo Paolo Giovagnoli sarebbe la perizia medico legale eseguita per conto della famiglia dal professor Francesco Maria Avato: "Le ferite sul corpo di Marco Pantani  non sono autoprocurate, ma opera di terzi". 

Secondo quanto risulta da atti giudiziari, il cadavere era ''prono, sul pavimento, al lato destro del letto''; presentava ''vistose macchie ipostatiche sul volto, sul torace e sulle gambe''. Il medico legale rilevo' ''lievi escoriazioni sul capo, uscita di sostanza ematica dalle narici'', conseguenza della ''probabile lesione del setto nasale''. Il cadavere presentava, inoltre, alcuni particolari, descritti nei verbali della polizia: ''un tatuaggio raffigurante un diavoletti di colore rosso con forcone e una nuvoletta sul braccio destro; un tatuaggio raffigurante una faccia e una rosa sulla regione pettorale sinistra''. Una ''vistosa chiazza di sostanza presumibilmente ematica'', infine, fu rilevata ''sul pavimento, in corrispondenza del volto del cadavere''.

Il campione, vincitore di Giro d'Italia e Tour de France nel '98, sarebbe stato picchiato e costretto a bere la cocaina mentre era nella propria stanza d'albergo; le grandi quantità di stupefacente trovate nel suo corpo si possono assumere solo se diluite in acqua. Si tratterebbe, dunque, di omicidio per avvelenamento da cocaina. Al momento non ci sono indagati, il fascicolo è iscritto a modello 44, quello usato a carico di ignoti.

Il procuratore capo: "E' un atto dovuto"

Il procuratore di Rimini ha commentato a caldo i primi risvolti sulla riapertura del caso: "Abbiamo appena ricevuto queste carte presentate dai familiari, dobbiamo approfondire. E' un atto dovuto quando arriva un esposto-denuncia per omicidio volontario. Leggeremo le carte, se ci sara' l'esigenza di indagini chiederemo al Gip". I familiari di Pantani e i loro legali, ha spiegato, "hanno fatto indagini e depositato memorie". Ad ogni modo, "bisogna vedere anche alla luce del risultato del processo che ci fu a suo tempo, bisogna vedere il risultato delle loro indagini in confronto all'esito del processo" sulla morte del 'Pirata'.

Il pm della prima inchiesta: "Ho l'abitudine di non parlare, come dovrebbero fare in tanti"

Paolo Gengarelli, il pm riminese che seguì la prima inchiesta e che vede sconfessate le sue indagini passate, glissa sull'argomento: "Io non commento. Non ho mai detto nulla, non ho mai parlato in questi anni. Lascio che siano gli atti a parlare. Sono un magistrato che ha l'abitudine di non parlare, come dovrebbero fare in tanti".