Cesena, 15 marzo 2011 - Se la squadra è tornata a sorridere, la dirigenza bianconera è ancor più allegra dopo gli ultimi risultati. Il direttore tecnico Lorenzo Minotti è un fedele testimone di questo cambiamento di stato d’animo.

"Si è aperto un altro campionato — ammette —, un mese fa non si pensava neanche potessero essere coinvolte squadre con organici di alto livello come Parma, Chievo e Sampdoria. Invece ora siamo in otto per tre posti. Giocheremo tutti alla morte, sarà un bel finale di campionato".

Non tutte le squadre ora in coda sono abituate a questi climi...
"Squadre non mentalmente preparate possono andare in crisi. La Sampdoria ad esempio si è preparata anche fisicamente per essere pronta ai preliminari di Champions e quindi ha anticipato i tempi. Inoltre temono pure la cabala, che nel calcio è importante: quando il campionato è finito il 22 maggio in anni con la cifra finale doppia, ovvero nel 1966 e nel 1977, la Samp è retrocessa. Quest’anno è il 2011 e si chiude il 22 maggio...".

Torniamo al Cesena, come si spiega l’improvvisa vena realizzativa?
"Ci sono varie motivazioni, è migliorata la qualità dopo il mercato di gennaio con l’arrivo di valide alternative. Parolo e Giaccherini hanno acquisito maggior sicurezza. Infine Jimenez è diventato nell’ultimo mese un punto di riferimento, sta battendo tutti i suoi record personali".

A Roma contro la Lazio sarebbe importante non perdere...
"Sarebbe un altro bel mattoncino per la nostra salvezza, troveremo una squadra decimata, senza terzini perchè squalificati e se verrà considerata la prova televisiva avrà problemi anche a centrocampo. Noi avremo Giaccherini squalificato e non recupereremo gli infortunati".

Parolo va in Nazionale?
"Lo penalizza un solo anno di serie A e l’assenza di esperienza internazionale. Però è completo, moderno, ha la testa giusta, probabile non venga convocato per la partita ufficiale con la Slovenia, ma per l’amichevole con l’Ucraina può darsi".

Capitolo Ficcadenti: che meriti ha avuto in questo frangente?
"Credo sia stato bravo a mantenere gli equilibri e la lucidità senza farsi condizionare, forte della fiducia della società e del rapporto con la squadra. E’ molto più difficile mantenere la serenità dello spogliatoio quando si perde spesso perché si è in A".

Ma non ha mai rischiato? E come vede il suo futuro?
"Secondo me non ha rischiato neanche dopo Parma, avessimo avuto dubbi saremmo intervenuti prima, invece abbiamo sempre avuto fiducia in lui. Il rinnovo del contratto? Siamo concentrati su altro, per noi comunque sta lavorando bene, siamo contenti, c’è stima reciproca e cosa succederà al termine del campionato non lo so. Il presidente prima della partita con l’Udinese gli ha confermato la fiducia davanti alla squadra e si è detto disposto a rinnovare, ma ora abbiamo altro cui pensare".

Come è cambiato il ruolo di Lorenzo Minotti nell’ultimo mese?
"Penso di avere un ruolo chiaro, è cambiata l’organizzazione, siamo stati Igor e io a chiedere a Marin maggiore presenza a Villa Silvia per far sentire vicina la società ed evitare di diffondere insicurezza nei giocatori. Ho letto e sentito cose che mi hanno fatto male, ma Igor parla alla squadra con me al fianco. Il mio ruolo non è cambiato in nulla rispetto a un mese fa. Preferisco pensare a sabato sera, una bella serata di sport, uno spot per il calcio, in uno stadio stupendo. Cesena lo meritava. Il clima e l’amore per il calcio che si trova qui non l’ho mai visto da nessuna altra parte".