"Spostamenti tra regioni dal 3 giugno". Emilia Romagna e Marche, Rt 0,55

Il ministro Speranza: "Al momento non ci sono ragioni per rivedere la riapertura programmata". Boccia sentirà i governatori

Autocertificazione addio, ok agli spostamenti tra regioni (Foto Germogli)

Autocertificazione addio, ok agli spostamenti tra regioni (Foto Germogli)

Bologna, 30 maggio 2020 - Si va verso il via libera agli spostamenti tra regioni dal 3 giugno. "Il Decreto legge vigente prevede dal 3 spostamenti infraregionali, al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l'andamento della curva". E' quanto afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella serata di ieri al termine della riunione dei capidelegazione.

Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia sentirà i presidenti delle Regioni nelle prossime ore, per continuare a confrontarsi sul tema. Durante il vertice di Governo si è valutato che dai dati sull'epidemia da Coronavirus non emerge l'esigenza di mantenere il blocco. Il confronto, viene spiegato, andrà avanti nei prossimi giorni come già accaduto per tutta la settimana. Non è invece al momento prevista una riunione della conferenza Stato-Regioni.

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Ieri, intanto, l'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato le 'pagelle' delle regioni italiane, cioè i cosiddetti indici Rt. L'Emilia Romagna e le Marche hanno un valore pari a 0,55, dato tra i più bassi del Paese.

Le misure di lockdown in Italia, sono le conclusioni dell'Iss, "hanno effettivamente permesso un controllo dell'infezione da Covid-19 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni/Ppaa". La situazione attuale, relativa all'inizio della prima fase di transizione, "è complessivamente positiva. Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte Regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l'igiene individuale e il distanziamento fisico". Per l'Istituto "è necessario continuare a rafforzare i servizi territoriali per la prevenzione e la risposta a Covid-19 per fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche". 

In una prima fase a Palazzo Chigi si pensava ad una riapertura dei confini regionali solo se – come da indicazioni Iss/ministero della Salute – una regione fosse stata sotto il severo tasso 0,2/0,3 di Rt, poi la linea è diventata molto più 'soft'.

La valutazione del rischio viene effettuata su base settimanale calcolando 21 indicatori, dei quali l’indice Rt – l’indice di trasmissibilità nel tempo – è uno dei più importanti, ma non il solo. Se emergesse un aggravamento del rischio sanitario si aprono due scenari. Il primo fa scattare il meccanismo previsto nell’articolo 2 comma 11 del dpcm: il presidente della regione propone al ministero della Salute le misure urgenti e necessarie per la chiusura di attività produttive e commerciali, la limitazione della mobilità e la creazione di eventuali zone rosse. Il secondo scenario prevede la chiusura dei confini di una regione e spetta allo Stato. Ma la speranza del Governo è non arrivare a tanto.

Cos'è l'indice Rt

L'indice Rt misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, nel caso specifico del Covid-19. L'indice rappresenta il numero medio delle persone che un soggetto positivo al virus è in grado di contagiare. Se Rt è uguale a 1, vuol dire che ogni malato può infettare una persona; se è pari a 2, la potenzialità raddoppia e così via.

Rt, sottolineano gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, è solo uno degli indicatori che servono a definire i provvedimenti da adottare nella Fase 2. La differenza tra gli indici regionali non rappresenta necessariamente una condizione per differenziare le misure. Il valore di Rt, che viene pubblicato settimanalmente, rappresenta uno strumento importante per monitorare le misure di controllo nel tempo e la loro efficacia.