Fermo, 03 marzo 2010 - La banda che ha svuotato il caveau dell’istituto di trasporto valori Fitist Security sapeva bene come agire e come neutralizzare il sistema d’allarme. Gli investigatori non hanno dubbi, dopo aver scoperto che i malviventi hanno agito contemporaneamente sia a Fermo, da dove hanno rubato più di tre milioni di euro, sia a Jesi, dove è stata manomessa la centralina che controlla i sistemi di sorveglianza delle varie sedi marchigiane dell’istituto.

 

Le indagini dei carabinieri di Fermo, coordinate dal sostituto procuratore Raffele Iannella, puntano quindi senza esitazioni su professionisti del crimine, organizzati ed efficienti al punto da piazzare il colpo più grosso mai messo a segno nel Fermano.

 

Il fatto che i ladri sapessero come agire fa inoltre pensare all’esistenza di un basista che conosceva bene le abitudini e le modalità di azione dei dipendenti dell’istituto di trasporto valori. Ed è questo, al momento, il maggiore indizio nelle mani degli inquirenti.  Il colpo è stato studiato nei minimi dettagli e preparato per mesi. E la banda ha agito con l’ausilio di un complice che ha disattivato l’allarme dalla centrale di Jesi, proprio mentre i ladri stavano svaligiando il caveau a Fermo.

 

I carabinieri della Scientifica hanno lavorato tutta la giornata di domenica e di ieri per i rilievi tecnici sul luogo del furto, che si è verificato tra le 2.30 e le 4.30 del mattino. Diversi i reperti raccolti nella sede della Fitist, tra i quali alcuni mozziconi di sigaretta che saranno inviati agli specialisti del Ris di Roma per un eventuale esame del Dna. Il sostituto procuratore Iannella, che ha aperto un fascicolo sulla vicenda, ha disposto il sequestro della sede fermana del Fitist Security.

 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i malviventi hanno per prima cosa neutralizzato i sensori dell’impianto d’allarme mediante un apposito rilevatore elettronico, manomesso le telecamere a circuito chiuso e tagliato i cavi del telefono. Poi hanno scavalcato la recinzione e si sono introdotti nel piazzale antistante la sede della Fitist Security. A quel punto, indisturbati, hanno potuto forzare la porta d’ingresso dei locali e raggiungere il caveau, dove hanno aperto la cassaforte blindata con potenti seghe circolari.