Fermo, 6 ottobre 2012 - UN PARTITO che perde credibilità, un partito che dimentica di rappresentare tutti i territori e si piega a logiche politiche che la gente comune fa fatica a capire. È il Pd marchigiano, dopo che il Cal ha scelto il riordino a quattro province con la benedizione dei vertici regionali.
Ma il Pd del Fermano non ci sta e, finalmente, alza la voce, in aperta protesta contro le indicazioni regionali. Si sapranno questa sera le scelte del partito, al termine dell’assemblea straordinaria convocata dal segretario Biondi. L’indicazione è per l’autosospensione dal partito di tutti gli amministratori eletti sul territorio, la trasformazione in Provincia da gruppo Pd ad autonomo, la sospensione dell’attività politica della federazione provinciale.
Un’indicazione che il sindaco di Fermo, Nella Brambatti, ha già preso alla lettera: «Io mi considero già sospesa dal partito, visto lo spettacolo vergognoso a cui abbiamo assistito. Una delibera vergognosa, che non doveva neppure entrare al Cal, portata avanti nel nome di chissà quale modello, al servizio di una Udc che è insignificante nei suoi numeri. Voglio sapere come pensano di giustificare tutto questo alla comunità, siamo di fronte ad una assenza di moralità, di etica, ad una incapacità assoluta di governare. I politici devono capire che oggi non è il tempo di occuparsi del proprio futuro amministrativo, oggi bisogna governare nell’interesse della comunità, delle persone».
Anche il vice presidente della Provincia di Fermo, Renzo Offidani, è pronto a sospendersi: «Il Pd deve dimostrare di avere caratura regionale, dentro una visione che deve essere uguale per tutti. Non si può fare politica in questo modo, inseguendo tra l’altro una indicazione fuori dalla legge, appoggiata da Spacca con dichiarazioni che sono inaccettabili. E’ come se il problema per la spending review fosse solo il territorio fermano che, tra l’altro, spende molto meno di un unico consigliere regionale».
Il vice sindaco di Santa Vittoria in Matenano, Stefano Ciavaglia, ribadisce: «La sospensione dell’appartenenza al partito è una presa di posizione pienamente condivisibile e necessaria verso un partito regionale che ha violato palesemente le norme. Noi che stiamo sul territorio , che facciamo gli amministratori e dirigenti di partito, non stiamo più a questi giochi».