Porto San Giorgio, morte di Duilio Pazzi: caccia a tre banditi

Nuovi interrogatori della Finanza, Paoluzi: "Indagini serrate"

Duilio Pazzi

Duilio Pazzi

Porto San Giorgio (Fermo), 4 marzo 2015 - È caccia ai banditi responsabili delle minacce di morte a Duilio Pazzi, l’imprenditore sangiorgese trovato impiccato la scorsa settimana nel vivaio di proprietà della famiglia. La Guardia di finanza di Ascoli sta continuando a raccogliere elementi utili a dare un nome e un volto ai tre malviventi che la sera prima della tragedia avevano fatto irruzione nel capannone dove si trovava il vivaista, lo avevano fatto inginocchiare e gli avevano puntato una pistola in faccia.

Il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, il colonnello Massimo Patrizio Paoluzi, pur confermando il ritmo serrato con cui procedono le indagini, non si sbilancia: «Non ci sono grosse novità, stiamo proseguendo con gli accertamenti del caso per fare chiarezza su una vicenda umana e giudiziaria che in questi giorni ha sconvolto l’intera comunità». Il colonnello Paoluzi smentisce le voci che si erano sparse in questi giorni riguardo al fatto che la famiglia della vittima fosse oggetto di una sorta di protezione speciale.

«Le nostre pattuglie che si vedono in giro per la città fanno parte della normale attività di controllo – aggiunge –. Niente a che fare con la famiglia dello sventurato imprenditore». I finanzieri, dunque, continuano a lavorare sulla pista collegata all’organizzazione di romeni che gestisce l’usura nel Fermano. Una pista strettamente collegata all’operazione «Greeen Table», messa a segno alcune settimane fa e con la quale era stata sgominata parte della banda. Dai nuovi interrogatori, però, non è emerso nulla che già non si sapesse, ovvero che Pazzi non era un giocatore d’azzardo e non frequentava il circolo il Circolo Europa di Porto Sant’Elpidio, considerato il quartier generale dell’organizzazione. Dunque prende sempre più corpo l’ipotesi che il vivaista sia incappato casualmente in determinati personaggi e sia finito per essere stritolato da un ingranaggio del quale non faceva parte.