«Scivolo per disabili alle Poste, il Comune dimentica la pratica»

I dirigenti dell’Ufficio di via Minzoni sarebbero pronti a partire per abbattere la barriera architettonica. Ma Tiziana Gelli ha scoperto che il fascicolo è bloccato in municipio. Oggi un incontro in Consulta

L’ingresso delle Poste con il sollevatore fuori uso da tempo

L’ingresso delle Poste con il sollevatore fuori uso da tempo

Comacchio, 16 ottobre 2015 – Si torna a riflettere, oggi alle 15.30, nella sede della Consulta Popolare sulla questione barriere architettoniche a Comacchio.

In estate, infatti, erano previsti lavori per la costruzione di una rampa nell’accesso alle Poste di via Minzoni, dal momento che il sollevatore si è rotto e non è più utilizzabile da tempo.

In realtà, poi, però, l’intervento non è stato fatto e questo ha spinto Tiziana Gelli, cittadina molto attiva sulla questione, ad andare a chiedere informazioni sul ritardo alla direttrice dell’ufficio postale.

«La direttrice – racconta –, non conosceva le ragioni del ritardo e mi ha invitato a fare qualche controllo».

Gelli è quindi andata all’Ufficio urbanistica del Comune, che doveva dire l’ultima parola per l’avvio dei lavori, e qui la scoperta.

«La pratica era stata dimenticata, era ferma lì; le Poste avevano mandato la prima bozza, ma dovevano attendere il nulla osta del Comune che non è ancora arrivato».

A quel punto «ho invitato a riprendere in mano la pratica e a velocizzarla. Ora è ripartita l’8 ottobre, ma a questo punto vorremmo delle certezze, una data precisa di avvio e conclusione dei lavori, anche perché ce n’é veramente bisogno».

Dopo la rottura del sollevatore, infatti, i disabili entrano dall’accesso dei lavoratori, che è sotto il livello stradale, ma è un problema quando piove perché bisogna suonare e il campanello si blocca.

E siccome gli addetti ci mettono un po’ ad aprire, chi aspetta si bagna».

Gelli ha le idee chiare sulla vicenda: «Il sindaco non può solo parlare di interventi a favore dei disabili, se ne dovrebbe anche occupare direttamente, perché le persone co handicap ne hanno bisogno, parliamo di fasce deboli, che vanno tenute in considerazione. Adesso però non è più il momento di pensare alle colpe, quello che importa è che ci dicano quando cominciano i lavori, se no io non mi fermerò».

Cinzia Boccaccini