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DA SETTEMBRE l’amianto sarà scomparso da tutte le scuole imolesi. L’ultimo edificio che presenta ancora un tetto in amianto, ossia quello delle medie Valsalva, nell’estate sarà completamente bonificato giusto in tempo per l’apertura del nuovo anno. Tutto questo però ha un prezzo, pari a circa 100mila euro che, per l’ennesima volta, sarà la Fondazione Cassa di risparmio di Imola a sostenere. «Perché — ammettono da Palazzo Sersanti —, se il Comune non può spendere soldi a causa del patto di stabilità, è vero anche che gli sponsor locali ‘si sono fatti di nebbia’». E dire che nei bilanci sociali delle aziende imolesi qual capitolo di spesa ci sarebbe stato a pennello. Ma tant’è e alla fine della fiera anche i figli di quei manager spersi nella nebbia evocata dalla Fondazione a settembre beneficeranno di una scuola ripulita dall’amianto. «Si tratta di un intervento già previsto in passato, poi bloccato dalle solite vicende del patto di stabilità — commenta l’assessore alla Scuola, Marco Raccagna — . Ultimamente però erano arrivate richieste dall’Ausl, dal dirigente e dalle famiglie. Da mesi lavoriamo a questa convenzione con la Fondazione perché l’edilizia scolastica incide non solo sulla sicurezza di studenti e lavoratori, ma anche sulla qualità della didattica. Va detto però che siamo lasciati soli. Il piano nazionale di edilizia scolastica è rimasto carta straccia».
«Il Comune realizzerà il progetto, dirigerà i lavori e si occuperà della sicurezza, mentre la Fondazione realizzerà e finanzierà i lavori — spiega l’assessore alle Opere pubbliche Raffaella Salieri—.
I lavori saranno eseguiti a luglio e agosto (la Fondazione non deve sottostare ai tempi di conferimento lavori previsti invece per il Comune, ndr), togliendo la copertura, rimuovendo l’amianto e rifacendo il coperto di 2.179 metri quadrati di tetto».
Salieri ribadisce che fino a oggi «non c’erano pericoli per la salute delle persone, ma la presenza di questo materiale crea tensione tra le famiglie» e che gli edifici comunali dove rimane amianto sono «i magazzini di via del Lavoro che verranno trasferiti in via Poiano e il PalaRuggi. Per questo però serve un pesante intervento manutentivo di circa 800-900mila euro».
L’intervento sulla scuola, spiegano il vicepresidente della Fondazione Giorgio Valvassori e il presidente dello Centro per lo sviluppo economico del territorio, suo braccio operativo, «saranno ripartiti al 50% tra i due soggetti. Inizialmente avremmo voluto ricoprire il tetto con pannelli fotovoltaici, cedendo la rendita dell’energia all’Ufficio scuola, ma sono cambiati gli incentivi e non è stato più sostenibile».
Cristina Degliesposti