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di ENRICO AGNESSI
«TOGLIETE subito quell’amianto dai tetti». Ancora una volta Andrea Zucchini, vicepresidente del consiglio comunale, affida il suo grido di battaglia alla Rete. E in un video-denuncia pubblicato su YouTube e sulla sua pagina Facebook, il consigliere, «spinto dalle segnalazioni di tanti cittadini», punta i riflettori su quelle zone della città in cui la presenza di amianto è più pericolosa. Cinque, in particolare, le aree indicate da Zucchini nella clip: i magazzini comunali dello Stom in via Poiano, quelli dei cantonieri in via del Lavoro, le case popolari di viale Marconi, il PalaRuggi e la piscina comunale.
«Tutti con i tetti coperti di amianto», avverte il consigliere che, attraverso una mozione presentata ieri mattina, chiede di «reperire fondi comunali» per bonificare le aree in questione. «Ma per quanto riguarda la piscina – precisa – devono pensarci i gestori, visto che prendono 619mila euro ogni anno dal Comune a fondo perduto». Zucchini invita poi anche il sindaco Manca a «intavolare una trattativa con viale Aldo Moro per istituire un fondo regionale e contribuire così con il 50% alla spesa per la rimozione dei tetti in amianto sostenuta dai privati».
Nel frattempo, però, il consigliere ha già presentato due esposti al Noe (Nucleo operativo ecologico) di Bologna: uno per la situazione dei magazzini dello Stom, quelli dei cantonieri e delle case popolari («tutte con i garage e i tetti in amianto»); l’altro per il PalaRuggi e la piscina. E ai residenti delle case popolari promette di essere «in prima fila» qualora decidano di «intraprendere una class action contro il Comune». Inoltre, al palazzo di piazza Matteotti, Zucchini chiede adesso anche di conoscere la mappatura precisa delle zone in cui è presente l’amianto.
«Se la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola non fosse intervenuta alle Valsalva con 100mila euro – conclude il consigliere – oggi avremmo ancora i tetti delle scuole coperti di amianto. Capisco le difficoltà dei privati, ma il pubblico deve dare il buon esempio. Se non è possibile procedere con la rimozione, si cerchi almeno di incapsulare l’amianto verificando poi la situazione periodicamente. Ma è un problema che dobbiamo risolvere oggi, altrimenti tra cinque/dieci anni avremo un picco di tumori».