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di ENRICO AGNESSI
ASCOLTARE le note di Mozart tra un tema d’italiano e un esercizio di matematica: tutto in filodiffusione e con buona pace di quel Salieri nemico giurato (mortale, secondo alcuni) del genio austriaco. È quello che succederà da settembre alle Innocenzo da Imola, unico istituto del circondario con uno specifico indirizzo musicale. Il progetto (primo in Italia) si intitola appunto ‘Metodo Amadeus-A scuola con Mozart’ e nasce da un’idea di Paolo Crepet, psichiatra e psicologo tra i massimi esperti di educazione dei giovani. L’obiettivo? Il benessere dei ragazzi che dalle note del celebre compositore di Salisburgo dovrebbero trarre il giusto mix di concentrazione e relax.
NUMEROSI infatti gli studi condotti sugli effetti positivi dell’ascolto della musica classica e in particolare di Mozart. Con un precedente che fa ben sperare. Christchurch, Nuova Zelanda: qui le note del compositore diffuse nel centro storico hanno praticamente azzerato piccoli reati, aggressioni a negozianti e incidenti legati ad alcol e droga.
Il progetto made in Imola riguarderà invece i 324 alunni dell’istituto, con gli amplificatori installati in ogni classe e le melodie diffuse come sottofondo. Tutto secondo un programma che verrà messo a punto nei prossimi mesi (scelta dei brani compresa) da Crepet e dagli insegnanti. «È bello – commenta l’assessore alla Scuola, Marco Raccagna – che proprio qui da noi si abbia ancora la voglia, la forza e la professionalità di cimentarsi in progetti che qualificano i percorsi educativi, che non si occupano solo di razionalizzare e contenere, ma che aggiungono invece un quid ai processi di conoscenza e benessere scolastico dei nostri figli».
L’INIZIATIVA è finanziata con 8mila euro della Fondazione Santa Maria Goretti e 1.870 euro del Comune. Inoltre, sabato 5 maggio alle 17 nel salone delle scuole Carducci è in programma un’asta di opere d’arte e il ricavato sarà usato per sostenere eventuali altre iniziative nell’ambito del progetto. «Dove c’è un’armonia di sottofondo – avverte Crepet – è più difficile urlare e parlare sopra le altre voci, come insegna certa pessima televisione. È quello che si tenterà di fare con i bambini di Imola, sperando che il progetto si estenda anche ad altre parti d’Italia. E, perché no, a Salisburgo».