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IL GIORNO dopo, Fabio Scozzoli si affida a Facebook: «Ragazzi vi ringrazio tutti! Mi avete dato carica e calore. Non sono riuscito a fare la gara che sognavo, ora però concentriamoci sui futuri obiettivi!». Già, perché l’Olimpiade non è finita: venerdì torna in acqua per la staffetta 4x100 mista. E non è certo finito l’affetto dei suoi tifosi dopo il settimo posto nella finale dei 100 rana ai Giochi. In un attimo, il suo profilo si popola di commenti: «Sei grande lo stesso... Nella vita bisogna accettare tutto...». «La medaglia la prossima volta sarà tua». «Grazie per averci fatto emozionare». «Non c’è sconfitta per chi lotta».

DOPO il web, parlano i numeri. Ieri Scozzoli ha riguardato la gara insieme all’allenatore Tamas Gertyanffy. E maledetta è stata la seconda vasca della gara, chiusa con il tempo di 59”97, che valeva i Giochi. A metà Fabio era quarto, a 8 centesimi dall’argento, con il passaggio a 27”73. In semifinale, quando aveva nuotato un 59”44 che sarebbe valso il bronzo, aveva fatto appena meglio di un centesimo. Il problema è arrivato dopo: «Ho sprecato energie. A 75 metri ero già cotto», ha detto. E sono parole mai sentite da Fabio, la rana con il turbo. Secondi 50 metri da 32”24, peggio perfino della batteria (31”98), un secondo peggio di Spranger (poi argento).

UNA GRANDE sorpresa. Perché Fabio aveva abituato a non sbagliare, mai. Nelle finali, europee e mondiali, aveva costruito ori, argenti e bronzi con un gran finale in progressione. E invece... Perfino nella lontanissima gara di Budapest 2010 agli europei aveva fatto meglio (32”11): una vita fa, basta pensare che arrivò terzo con 1’00”41, un secondo più lento del crono che vale oggi. In finale mondiale a Shanghai 2011, ancora per fare un esempio, era piombato sulle piastrelle come un fulmine (31”60).

È CROLLATA anche un’altra certezza: che Fabio migliora giorno dopo giorno, che più la posta è alta e più va forte. A Londra ha finito per nuotare sui tempi della batteria. A Shanghai era sceso di 7 decimi, negli europei ungheresi di 6. Addirittura un progresso di 4 tra semifinale e finale in Cina. Ma Fabio ha ragione: «Concentriamoci su futuri obiettivi». A partire dalla staffetta. A differenza di Federica Pellegrini, a dire basta per un anno non ci pensa di sicuro.