{{IMG}} 2012-11-29
MACCHÈ «grave inadempimento» e «gravi irregolarità». Quei 160 pali antisismici che avrebbero dovuto sostenere il peso della nuova caserma dei Vigili del fuoco tra via Lasie e via Correcchio non hanno retto alle prove di carico perchè viziati da un errore del progettista. Il quale progettista nulla ha a che fare con limpresa che aveva vinto lappalto e che ha visto il contratto rescisso da Con.Ami appunto per inadempimento e irregolarità. É la clamorosa conclusione cui è giunto il consulente tecnico dufficio, ingegner Tomaso Trombetti, che era stato incaricato dal giudice del tribunale di Imola, Roberta Cinosuro, di accertare dopo un vano tentativo di conciliazione tra Con.Ami, committente, e Pesic se in effetti quei pali erano stati realizzati in modo irregolare o se cerano altri aspetti da indagare. Laccertamento tecnico preventivo era stato richiesto dalla Pesic e disposto dal giudice; la Pesic aveva infatti impugnato la risoluzione del contratto.
«SI È ottenuta la ragionevole indicazione che i pali... siano stati realizzati correttamente secondo le prospettazioni e prescrizioni del progetto e del capitolato speciale dappalto»: così mette nero su bianco il consulente del tribunale che specifica altresì che i plinti erano «in conformità alla regola dellarte». «Decadono quindi le ragioni che avevano condotto il Con.Ami a disporre la risoluzione del contratto in danno della Pesic scrive il procuratore speciale dellimpresa, Franco Sforza Peraltro il Con.Ami aveva sempre denegato lesistenza di un errore progettuale, ascrivendo il risultato delle prove di carico a cattiva esecuzione e al mancato rispetto del capitolato. La relazione non lascia spazio a dubbi interpretativi». Suscita interrogativi il fatto che Con.Ami, denuncia Pesic, non abbia mai verificato «in contradditorio le reali cause della questione, prima di assumere con cognizione di causa le proprie decisioni, e ha addebitato a Pesic la colpa, in assenza di alcun riscontro, di aver mal eseguito i pali». Pesic si domanda anche per quale motivo Con.Ami non abbia richiesto lescussione della polizza professionale del progettista, «come effettuato con quella cauzionale della Pesic, o almeno atteso lesito degli accertamenti»; va specificato che la cauzione versata da Pesic e ora in mano Con.Ami era di 265.805 euro. «Richiederemo a Con.Ami il risarcimento dei danni, materiali e di immagine», annuncia Sforza per il quale forse lunica nota lieta è il fatto che finalmente è stata fatta «luce e chiarezza su un episodio che risultava al limite del credibile e del sostenibile».
m. mar.
MACCHÈ «grave inadempimento» e «gravi irregolarità». Quei 160 pali antisismici che avrebbero dovuto sostenere il peso della nuova caserma dei Vigili del fuoco tra via Lasie e via Correcchio non hanno retto alle prove di carico perchè viziati da un errore del progettista. Il quale progettista nulla ha a che fare con limpresa che aveva vinto lappalto e che ha visto il contratto rescisso da Con.Ami appunto per inadempimento e irregolarità. É la clamorosa conclusione cui è giunto il consulente tecnico dufficio, ingegner Tomaso Trombetti, che era stato incaricato dal giudice del tribunale di Imola, Roberta Cinosuro, di accertare dopo un vano tentativo di conciliazione tra Con.Ami, committente, e Pesic se in effetti quei pali erano stati realizzati in modo irregolare o se cerano altri aspetti da indagare. Laccertamento tecnico preventivo era stato richiesto dalla Pesic e disposto dal giudice; la Pesic aveva infatti impugnato la risoluzione del contratto.
«SI È ottenuta la ragionevole indicazione che i pali... siano stati realizzati correttamente secondo le prospettazioni e prescrizioni del progetto e del capitolato speciale dappalto»: così mette nero su bianco il consulente del tribunale che specifica altresì che i plinti erano «in conformità alla regola dellarte». «Decadono quindi le ragioni che avevano condotto il Con.Ami a disporre la risoluzione del contratto in danno della Pesic scrive il procuratore speciale dellimpresa, Franco Sforza Peraltro il Con.Ami aveva sempre denegato lesistenza di un errore progettuale, ascrivendo il risultato delle prove di carico a cattiva esecuzione e al mancato rispetto del capitolato. La relazione non lascia spazio a dubbi interpretativi». Suscita interrogativi il fatto che Con.Ami, denuncia Pesic, non abbia mai verificato «in contradditorio le reali cause della questione, prima di assumere con cognizione di causa le proprie decisioni, e ha addebitato a Pesic la colpa, in assenza di alcun riscontro, di aver mal eseguito i pali». Pesic si domanda anche per quale motivo Con.Ami non abbia richiesto lescussione della polizza professionale del progettista, «come effettuato con quella cauzionale della Pesic, o almeno atteso lesito degli accertamenti»; va specificato che la cauzione versata da Pesic e ora in mano Con.Ami era di 265.805 euro. «Richiederemo a Con.Ami il risarcimento dei danni, materiali e di immagine», annuncia Sforza per il quale forse lunica nota lieta è il fatto che finalmente è stata fatta «luce e chiarezza su un episodio che risultava al limite del credibile e del sostenibile».
m. mar.
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