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MACCHÈ «grave inadempimento» e «gravi irregolarità». Quei 160 pali antisismici che avrebbero dovuto sostenere il peso della nuova caserma dei Vigili del fuoco tra via Lasie e via Correcchio non hanno retto alle prove di carico perchè viziati da un errore del progettista. Il quale progettista nulla ha a che fare con l’impresa che aveva vinto l’appalto e che ha visto il contratto rescisso da Con.Ami appunto per inadempimento e irregolarità. É la clamorosa conclusione cui è giunto il consulente tecnico d’ufficio, ingegner Tomaso Trombetti, che era stato incaricato dal giudice del tribunale di Imola, Roberta Cinosuro, di accertare — dopo un vano tentativo di conciliazione tra Con.Ami, committente, e Pesic — se in effetti quei pali erano stati realizzati in modo irregolare o se c’erano altri aspetti da indagare. L’accertamento tecnico preventivo era stato richiesto dalla Pesic e disposto dal giudice; la Pesic aveva infatti impugnato la risoluzione del contratto.
«SI È ottenuta la ragionevole indicazione che i pali... siano stati realizzati correttamente secondo le prospettazioni e prescrizioni del progetto e del capitolato speciale d’appalto»: così mette nero su bianco il consulente del tribunale che specifica altresì che i plinti erano «in conformità alla regola dell’arte». «Decadono quindi le ragioni che avevano condotto il Con.Ami a disporre la risoluzione del contratto in danno della Pesic — scrive il procuratore speciale dell’impresa, Franco Sforza — Peraltro il Con.Ami aveva sempre denegato l’esistenza di un errore progettuale, ascrivendo il risultato delle prove di carico a cattiva esecuzione e al mancato rispetto del capitolato. La relazione non lascia spazio a dubbi interpretativi». Suscita interrogativi il fatto che Con.Ami, denuncia Pesic, non abbia mai verificato «in contradditorio le reali cause della questione, prima di assumere con cognizione di causa le proprie decisioni, e ha addebitato a Pesic la colpa, in assenza di alcun riscontro, di aver mal eseguito i pali». Pesic si domanda anche per quale motivo Con.Ami non abbia richiesto l’escussione della polizza professionale del progettista, «come effettuato con quella cauzionale della Pesic, o almeno atteso l’esito degli accertamenti»; va specificato che la cauzione versata da Pesic e ora in mano Con.Ami era di 265.805 euro. «Richiederemo a Con.Ami il risarcimento dei danni, materiali e di immagine», annuncia Sforza per il quale forse l’unica nota lieta è il fatto che finalmente è stata fatta «luce e chiarezza su un episodio che risultava al limite del credibile e del sostenibile».
m. mar.