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DOPO IL successo del primo corso con 24 iscritte, di cui otto italiane, la Caritas diocesana propone la seconda edizione del corso per assistente familiare (comunemente chiamata badante) per donne e uomini italiani e stranieri con regolare permesso di soggiorno. E per l’autunno ne è previsto addirittura un terzo. L’iniziativa si svilupperà in tre incontri per un totale di 18 ore e si terrà al Ciofs, l’ente di formazione professionale in via Pirandello, all’interno del complesso di Sante Zennaro. La selezione e le iscrizioni saranno effettuate sabato 11 maggio dalle 15 alle 18 nella sede della Caritas in via IX Febbraio, 6.
I RELATORI saranno il medico Fabio Suzzi, la psicologa e psicoterapeuta Emanuela Cenni e le infermiere Mirna Turrini e Barbara Brocchi. Il primo incontro, sabato 18 maggio dalle 14,30 alle 18,30, avrà come tema l’incontro con l’assistito e la sua famiglia. I corsisti impareranno le linee guida per intraprendere con efficacia ed efficienza il lavoro di assistente famigliare. Il secondo appuntamento il sabato successivo allo stesso orario; l’argomento trattato riguarda la prevenzione delle complicazioni nelle pratiche quotidiane. Durante le quattro ore si spiegano le condotte da tenersi per promuovere il benessere e prevenire l’aggravarsi della situazione di malattia. L’ultimo incontro in programma sabato 1 giugno dalle 14,30 alle 18,30 si incentrerà su ‘L’aggravarsi della condizione dell’assistito’ e svilupperà le linee guida per affrontare la fase terminale del malato. Il costo è pari a 20 euro. Al termine sarà rilasciato un attestato di frequenza.
Per poter raggiungere i destinatari la Caritas si avvale della collaborazione delle Acli, della Cgil, della Cisl e del Sol.Co Imola, tutti rappresentati nella conferenza stampa nella sede Caritas. Presenti anche Debora Turrini e Ludmilla che hanno frequentato il primo corso.
«La nostra intensa presenza – dice il direttore della Caritas Luca Gabbi – nelle case delle famiglie da noi assistite ci ha portato da tempo a pensare a percorsi formativi studiati ad hoc per le assistenti familiari, ampiamente presenti nel nostro territorio. Occorre qualificare la presenza di queste persone all’interno delle famiglie, perché la loro formazione è sempre stata carente».
Mirko Melandri