Aut aut agli islamici, il Pd al vescovo: "Certe parole sono pericolose"

Il Partito Democratico rimprovera Ghirelli

Il saluto di monsignor Ghirelli ai profughi

Il saluto di monsignor Ghirelli ai profughi

Imola (Bologna), 9 settembre 2014 - La spaccatura è ormai evidente. E c’era da aspettarselo. Da un lato – il più affollato – i sostenitori del vescovo di Imola, Tommaso Ghirelli, autore di una lettera-appello agli islamici in città dove chiede una presa di posizione pubblica contro le persecuzioni o il lasciare il territorio.  Dall’altro chi contro quell’aut-aut si scaglia con forza. Come Rossana Ventura, coordinatrice Pd del settore ‘Nuova cittadinanza e interculturalità’.  «E’ ora di mostrare più assennatezza  ed adeguata competenza quando, da posizioni di responsabilità, si fanno affermazioni gravemente ‘sopra le righe’ come quelle del vescovo o del consigliere Carapia — dice —. Si dovrebbe forse leggere con più attenzione la stampa cattolica per sapere quanti importanti esponenti islamici hanno condannato il terrorismo ed anche quanti, tra loro, sono morti per essersi opposti. Le parole sono spesso altrettanto violente e fomentatrici di ostilità e disprezzo, e quindi non meno pericolose».

Anche il sindaco di Imola Daniele Manca si smarca dalla lettera del vescovo nella sua interezza, con dei distinguo: «Concordo con il vescovo quando dice che occorre distinguere il fondamentalismo dalla religione musulmana, quindi il terrorista dal musulmano — dice —. La comunità islamica imolese è sempre stata presente alla commemorazione dell’11 settembre e oggi uno deve essere libero di essere musulmano nella nostra città. Ma l’ultima parte l’ho trovata eccessiva se calata nella nostra realtà.  Dalla prefettura e dalla questura non mi giungono segnalazioni di potenziali cellule terroristiche e se così fosse dovrebbe essere lo Stato a intervenire, per ragioni di ordine pubblico».

Cellule terroristiche, però, lo ricorda il consigliere comunale Simone Carapia (Forza Italia) furono trovate nel 2008 dalla Digos felsinea tra Bologna, Imola e Faenza, e quell’operazione portò a condanne definitive per sei tra marocchini e tunisini accusati di aver dato vita a una cellula che faceva propaganda alla Jihad e raccogliere fondi per i kamikaze in Iraq e Afghanistan. 

Carapia chiede di esporsi alla parte moderata della maggioranza di governo imolese, mentre Alessandro Mirri (Ncd), prendendo le difese del vescovo criticato dagli atei e agnostici dell’Uaar, chiede «se esiste un Islam moderato col quale dialogare col desiderio di ascoltarsi e accettare i diversi». Plausi al vescovo anche dal leader di Forza Nuova Roberto Fiore che definisce l’intervento di monsignor Ghirelli «il primo segnale dai vertici della Chiesa di vera reattività».