Imola, tutta l’opposizione sfiducia Mirri

Consiglio comunale: pentastellati, Forza Italia e ‘Insieme si vince’ lo sfiduciano per la collaborazione con i membri della maggioranza

Alessandro Mirri (Ncd), foto Isolapress

Alessandro Mirri (Ncd), foto Isolapress

Imola, 22 gennaio 2017 - Il malcontento che da giorni attraversa l’opposizione nei confronti di Alessandro Mirri (Ncd), vicepresidente del Consiglio comunale, sfocia in rivolta: M5s, Forza Italia e Insieme si vince sfiduciano, in sostanza, la loro figura di garanzia. «Faccia un passo indietro e si dimetta dal suo ruolo istituzionale», è la presa di posizione dei tre gruppi di minoranza nei confronti del collega indicato nel 2013 dall’intera aula ma divenuto sgradito ai grillini (che si astennero nella votazione successiva) già all’epoca del passaggio dal Pdl allo schieramento alfaniano al Governo a Roma assieme al Pd.

Il motivo del benservito? Da un lato la «collaborazione politica con membri della maggioranza», dicono M5s, FI e Isv in riferimento alla nascita dell’associazione cattolica Tommaso Moro presieduta da Mirri assieme a Romano Linguerri (Fornace viva); dall’altro le «recenti polemiche sulla vicenda Formula Imola», con la società di gestione dell’autodromo che ha denunciato i responsabili della diffusione del contratto siglato con Barley Arts, pubblicato sul Carlino dopo una duplice richiesta di accesso agli atti di FI e Isv. «Sono venuti meno i presupposti per cui era stato eletto e garantiva con il suo ruolo la voce istituzionale anche alla minoranza – mandano a dire dall’opposizione –. Non ha mosso un dito per difendere le prerogative dei consiglieri attaccati, anzi ha avallato l’ingerenza violenta di una società a maggioranza pubblica nei confronti dei rappresentanti della città».

Per questo motivo, «auspichiamo che si dimetta – avvertono M5s, FI e Isv – o in alternativa cercheremo i modi previsti dal Regolamento perché ciò avvenga». Il ‘piano b’ è l’approvazione in aula (a scrutinio segreto) di una mozione di revoca, che però per essere presentata ha bisogno del via libera di dieci consiglieri, mentre oggi l’opposizione può contare (Mirri escluso) solo su sette componenti. E appare difficile, viste le premesse, pensare a una sponda della maggioranza. Restano, al di là di tutto, alcune considerazioni. A stupire, infatti, non è tanto la mossa del M5s (arrivato allo scontro frontale con Mirri già sulla questione gettoni di presenza), quanto quella dell’ex alleato ai tempi del Pdl, Simone Carapia (il più esposto però nella battaglia con Formula Imola e dunque anche il più deluso dalla condotta dell’alfaniano), e del civico Nicolas Vacchi (Isv). Quest’ultimo, corteggiato da quell’associazione Moro della quale però dimostra di non volere far parte, inquadra così la questione: «Fare politica specie nelle istituzioni richiede fiducia reciproca e coerenza, due elementi mancati negli ultimi giorni. L’atteggiamento accomodante con la maggioranza del vicepresidente del Consiglio comporta il venir meno del rapporto fiduciario».