La cantilena del pessimismo

Giorgio Guidelli

Giorgio Guidelli

Cesena, 20 luglio 2014 - Piagnistei e lacrime amare son diventati la preghiera mattutina. Infornate di mail imbottite di pessimismo bombardano la nostra posta.

E poi ci sono le parole tristemente d’ordine, come fossero ormai accompagnate da hashtag: disoccupazione, crisi, degrado. Mai nessuno che pronunci una sillaba di, seppur lieve, speranza. E invece, rovistando tra le miserie quotidiane, non di rado si trova anche l’arcobaleno dopo l’acquazzone. L’altro giorno il barlume è arrivato ascoltando un racconto in treno.

Un giovane mi spiegava che non è poi tanto vero che il lavoro non c’é. Ma che basta andare a cercarlo dove si trova. Adattandosi. Anche ai sacrifici. E anche a centinaia di chilometri dalla bambagia materna. È un modo come un altro, questo, di vedere il lato positivo. Messaggi del genere, oggi, non arrivano dalla politica, che sprizza ironica rassegnazione, madre di ogni decadenza. Cari signori esperti della polis, fate un fioretto: almeno per una settimana rinunciate alla polemica e siate propositivi. Il cittadino ve ne sarà grato, stufo marcio di ascoltare solo chiacchiere.