Modena, 3 giugno 2011. «Il mio preteso coinvolgimento nell’ indagine sul calcio scommesse, con l’attribuzione di specifiche responsabilità nella partita Siena-Sassuolo, è totalmente destituito di fondamento». Dopo le dichiarazioni di ieri, ecco la difesa dell’attaccante del Sassuolo Daniele Quadrini, affidata ad uno studio legale romano attraverso cui il giocatore ribadisce la sua innocenza, non senza specificare come, «avuta notizia telefonica, per la prima volta, il 29 aprile 2011 di problematiche che mi coinvolgevano illegittimamente, ho subito portato a conoscenza dei fatti i competenti organi di giustizia ordinaria e federale». E’, questo, un elemento di novità che Quadrini, attraverso l’avvocato Giovanni Del Re, affida ai mezzi di informazione, limitandosi a questo in ragione «delle importanti indagini in corso».

L’attaccante, «a tutela della propria immagine, della propria dignità e della correttezza sempre dimostrata», ribatte alle accuse che lo vedono coinvolto nell’inchiesta, che lo vorrebbe tramite per l’aggiustamento della partita Siena-Sassuolo, anche attraverso accordi con altri compagni di squadra. Per l’indagine sulle scommesse calcistiche Quadrini risulta infatti indagato dalla Procura di Cremona.

«Non ho mai parlato con Marco Paoloni (arrestato con gente del calibro di Beppe Signori, ndr) in merito a notizie su vittorie o sconfitte di squadre di calcio in genere. Non ho mai saputo chi fosse né ho mai parlato al telefono, né con altra modalità (ad esempio skype) con Massimo Erodiani (l’altro arrestato, ndr) alla data del 26 marzo 2011. Conseguentemente — si legge sulla nota di Quadrini e dei suoi legali — non ho mai potuto parlare con lo stesso di risultati, di pagamenti o di altri giocatori. Non so chi sia Bellavista. Mai avuto conoscenza dell’esistenza del gruppo degli Zingari, così come chiamato e come ho appreso dagli organi di comunicazione. Non posso negare che con Paoloni intrattenevo rapporti di cordialità, avendo giocato insieme circa 7-8 anni fa nel Teramo. Null’altro».

Altro aggiunge Del Re, precisando che «in tutte le carte fino ad oggi a disposizione non risulta il nominativo di Quadrini quale indagato, né vi è alcuna traccia di un suo diretto contatto, tendente alla realizzazione del progetto criminale, con alcuna delle persone citate nell’ordinanza. Trattasi, come certamente sarà accaduto per altri giocatori, di millantati rapporti ed accordi del tutto inesistenti, utili a chi aveva posto in essere tutto questo, solo per pagare i propri debiti o perché minacciato o perché coinvolto e disperato». Piuttosto, aggiunge Del Re, va evidenziato come, l’8 maggio 2011, Quadrini abbia «portato a conoscenza di tali fatti i competenti organi di giustizia ordinaria e federale, dando il suo positivo contributo allo svolgimento delle indagini le cui conclusioni sono oggi a tutti note».