Modena, 22 settembre 2011- UNA CERIMONIA lunga un giorno. La rimozione del telo decorato dal’artista Mimmo Paladino, che ha ricoperto il cantiere per il restauro della Ghirlandina per quasi quattro anni, ha avuto inzio alle 8,30 di ieri mattina e si è conclusa nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per il brindisi a cui è stata invitata la cittadinanza, che si è tenuto puntualmente alle 18,30. Ci sono volute quasi due ore per ogni lato: srotolare, piegare e impacchettare teli di quelle dimensioni non è stato semplice. In compenso l’emozione per chi ama la torre simbolo di Modena è stata forte. E’ vero, resta il ponteggio del restaturo, che verrà rimosso gradatamente nel corso dei prossimi trenta giorni. Ma già da adesso si intravede la Ghirlandina ripulita e restituita ai suoi colori originari. E il telo? Visto da vicino non fa un bell’effetto. Se da lontano sembrava color grigio fumo, a pochi metri di distanza è praticamente nero. E chi si trovava nelle vicinanze della torre al momento dello srotolamento, avrà notato la nuvola di polvere che si sprigionava dalla plastica. Una sorte di effetto neve. La prova che l’iquinamento purtroppo è alto, anche in centro.

«SONO tentata dal mandare un frammento in un laboratorio chimico — ha detto l’architetto Rossella Cadignani, capocantiere per il restauro — per analizzare le sostanze tossiche che si sono depositate sul telo. Senza inquinamento non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di ripulire le pietre. In compenso vedrete che bella sarà la Ghirlandina: sono riemerse sfumature di colore che erano state cancellate dal tempo. Vedrete pietre rosa, grigie, gialle. Anche la deocrazione a gigli rossi si vedrà meglio». Per tutta la giornata quindi, tanti modenesi si sono avvicendati in piazzetta torre e in piazza Grande, per seguire le operazioni di smontaggio del telo. Tanti nasi all’insù quindi, con macchine fotografiche e telefonini in modalità video per immortalare le immagini storiche. Come ha sottolineato il sindaco Pighi prima del brindisi infatti, il restauro di un monumento così importante è un fatto epocale: «L’ultima copertura della Ghirlandina prima di quella odierna — ha spiegato — risale ai primi del ’900. Chi restatura la torre oggi, allora non era ancora nato. E gli ingegneri che si occuperanno del prossimo restauro, probabilmente non sono ancora nati». Nel clima di festa sono stati ringraziati pubblicamente gli ex assessori Lugli (che ha avuto l’idea del telo) e Guerzoni che ha iniziato i lavori). Un grazie speciale è andato all’architetto Cadignani.

PER IL sindaco Pighi, che ha parlato insieme all’assessore Antonino Marino, è stato un giorno di festa: «Uno dei momenti più belli per un amministratore — ha detto al microfono ai tanti modenesi intervenuti in piazza Grande — è quando si percepisce la contentezza dei propri cittadini. Questa giornata rappresenta uno di quei momenti. La piazza è gremita, e testimonia l’amore dei modenesi per il simbolo della città». E a quel punto c’è stato spazio per una parentesi polemica: «Chi trova il modo di criticare anche in queste occasioni — ha detto Pighi — parlando non della Ghirlandina restituita alla città, ma del telo di Paladino, è un guastafeste e tira in ballo polemichw che fanno pietà. Se invece di un telo decorato da un artista avessimo messo una pubblicità, avremmo commesso un atto offensivo, che non sarebbe piaciuto ai modenesi».

INSIEME alla torre torneranno anche le fotografie del sacrario: «E’ un simbolo dedicato ai caduti della guerra di liberazione — ha detto l’assessore Marino — un fatto da sottolineare, visto che Modena è città medaglia d’oro per la Resistenza».  E ora cosa ne sarà del telo? «Verrà portato presso la ditta che lo ha installato — ha detto Pighi — una parte è inservibile, in quanto rovinata da inquinamento e intemperie. Le parti in migliori condizioni verranno prima di tutto lavate. Poi vedremo cosa farne».