Vignola, vicesindaco pronto a dimettersi

Pelloni affonda Smeraldi. Dopo due anni di scontri è il capolinea. Giunta in bilico

Il vicesindaco di Vignola, Simone Pelloni

Il vicesindaco di Vignola, Simone Pelloni

Vignola (Modena), 20 gennaio 2017 - E adesso la giunta civica di Vignola balla davvero sull’orlo del burrone: una spintarella e la legislatura potrebbe cadere entro pochi giorni. Giusto in tempo per poter tornare alle urne già questa primavera. Sono le parole al vetriolo del vicesindaco Simone Pelloni – leghista espresso dalla lista Vignola per Tutti – ad avvicinare il capolinea. Uno schianto tante volte previsto, minacciato e sempre rinviato, che mai come ora è stato così probabile.

«Ormai è finita, stacchiamo la spina – ha detto ieri Pelloni –: è questione di giorni. Anzi, dobbiamo fare in fretta se vogliamo evitare il pantano di un commissariamento lungo più di un anno. Il primo passo saranno le mie dimissioni, sulle quali scioglierò l’ultima riserva dopo un’altra riunione di lista. Poi convocheremo tutti i consiglieri comunali per chiedere loro un passo indietro davanti a un pubblico ufficiale. E se almeno 9 su 16 si dimetteranno, allora per legge cadrà in automatico anche il sindaco e la legislatura sarà terminata».

Lo schema, più in piccolo, è quello utilizzato a Roma per abbattere la giunta Marino. L’alternativa sarebbe una mozione di sfiducia da votare in Consiglio. «Ma con quell’iter – spiega Pelloni – non ci staremmo coi tempi burocratici: il rischio è sforare la ‘dead-line’». Si riferisce, Pelloni, al punto di non ritorno che ogni anno, per i Comuni in scioglimento, viene fissato come confine tra un commissariamento e il ritorno alle urne già in primavera.

Per il 2017 la data è il 24 febbraio: se la giunta cade prima si vota dopo 3-4 mesi, altrimenti si va alla prossima finestra elettorale. I motivi della rottura, è evidente, vanno cercati in oltre due anni di scontri in maggioranza.

Ma stavolta c’è anche un pretesto che si chiama ‘nuova Coop’.  «Dare l’ok al progetto – spiega Pelloni – è un tradimento a chi ci ha votato, perché nel programma avevamo promesso di azzerare gli insediamenti commerciali della Gdo per tutelare i negozi del centro e di vicinato. All’inizio fui possibilista perché credevo si potesse chiedere molto di più alla Coop e reinvestire l’incasso anche sui commercianti e sul centro. Ma quando ho visto che la stessa Coop pagherebbe solo 360 euro a metro cubo, contro i mille offerti da Esselunga 10 anni fa, allora non ci ho più visto. Va bene la crisi, ma il 64% in meno? Coi soldi della Coop potremmo permetterci solo una scuola di appena 9 aule, nient’altro. Tutto questo per intasare la tangenziale, perché il nuovo progetto non ha certo nulla sulla viabilità, e penalizzare i piccoli negozi? No grazie».

Ma se l’eutanasia politica procederà sulla strada tracciata da Pelloni, per la caduta del sindaco ci vorranno anche tutti i voti del Pd. «Se si tirano indietro – conclude il vicesindaco – saranno corresponsabili del commissariamento, perché la legislatura comunque avrebbe i giorni contati ma si sforerebbe la dead-line. Se Smeraldi ci ripensasse ora sulla Coop? Non cambierebbe niente. Ormai è troppo tardi».