La rivolta dell'Agrario: "La scuola non dorme"

Il 'Comitato 19 maggio', un gruppo di 53 insegnanti sui 112 totali, è rimasto nell'istituto fino a mezzanotte per dare un segno alle istituzioni. Prodotto un documento da inviare a parlamentari e senatori FOTO La protesta

Pesaro, la rivolta dell'Agrario

Pesaro, la rivolta dell'Agrario

Pesaro, 20 maggio 2015 - Ieri notte Villa Caprile è stata illuminata a giorno, grazie alla presenza di alcuni professori dell'Agrario che hanno manifestato così contro il Ddl Scuola. L'hanno chiamata “Notte prima del Riesame” (foto) la serata trascorsa tutti insieme all'interno dell'istituto Cecchi a confrontarsi sui temi della Riforma al voto della Camera il giorno seguente (oggi, 20 maggio), per dare un segno alle istituzioni che “La scuola non dorme”. "Una protesta luminosa - racconta il portavoce del gruppo, il professor Giacomo Valentini -, una giornata di attività e un sacco di proposte contro una riforma poco illuminata e per una scuola davvero buona. Ed ora 53 docenti dell'Agrario stanno producendo un documento su quelle che sono davvero le esigenze della scuola, al di là degli slogan e dei facili populismi. Un documento che verrà condiviso con i docenti delle altre scuole e che verrà inviato ai nostri parlamentari e senatori, semmai dovesse venire loro in mente di iniziare ad ascoltare il mondo della scuola". 

La manifestazione era stata annunciata a tutti gli insegnanti dell'istituto tramite una lettera non firmata (che ha creato qualche malumore in chi non condivideva il metodo) ed anche alla stampa, nelle ore immediatamente precedenti all'evento, da un'altra insegnante che aveva spiegato le motivazioni di questo "sciopero al contrario". "Quello che sta passando dalla manifestazione del 5 maggio – ha spiegato la professoressa Tatiana Olivieri - è che noi professori non vogliamo lavorare, non vogliamo essere giudicati, vogliamo tenerci dei privilegi e se scioperiamo... vedi che fannulloni? dice la gente".  Hanno pensato quindi ad uno sciopero al contrario. "Fare quello che facciamo quotidianamente rendendolo visibile – ha proseguito l'Olivieri -: il fatto che noi lavoriamo il pomeriggio, di sera e anche di notte spesso. Allora al termine delle lezioni al posto di andare a casa rimaniamo lì: chi a correggere i compiti, chi come me a fare le tesine coi ragazzi di quinta, chi a fare altre attività didattiche. Poi, prima di cena, facciamo un'assemblea".

Un'assemblea autoconvocata. "Dopo cena facciamo la veglia, non funebre: diamo un segnale luminoso del fatto che ci siamo, siamo nelle nostre scuole, siamo lì a presidiare. Siccome mercoledì mattina si vota lo facciamo martedì sera. Non “occupiamo” perché non abbiamo motivo di andare contro il dirigente o le nostre singole scuole. Stiamo lì fino a mezzanotte, tenendo le luci accese e magari con le fiaccole. I ragazzi staranno con noi fino alle 17, quando normalmente finiscono le attività didattiche del semiconvitto. Poi noi indiciamo l'assemblea di tutto il personale, anche Ata..". 

Così è stato. E così raccontano i docenti con un documento fatto circolare stamattina. "Ad un giorno dal voto alla Camera del DDL 2994, un gruppo di docenti del Cecchi ha illuminato la scuola, a turno, perché rimanesse viva ed attiva dalle 14 alle 24, dopo il termine delle lezioni mattutina - si legge nel documento che reca in calce la dicitura Comitato 19 maggio. Docenti autoconvocati e autogestiti di Pesaro e Provincia -. La sera è stata fatta un’assemblea, con docenti anche di altri Istituti, e sono emersi  i seguenti punti:

1) Non vogliamo solo criticare e lamentarci, come dicono, ma vogliamo formulare delle proposte per una scuola in cui sia bello crescere; 2) Chiediamo la messa in sicurezza degli edifici scolastici (il 70% di essi sono luoghi particolanti e pericolosi) è una priorità, ancora disattesa, nonostante i proclami; 3) Vogliamo essere aggiornati perché l'aggiornamento è metro della qualità professionale dei docenti; 4) Non ci stiamo a passare come “quelli che fanno 18 ore alla settimana e tre mesi di ferie estive” perché è un grande falso: non abbiamo privilegi e non ne chiediamo; 5) Vogliamo strutture consone e dignitose per svolgere le attività e classi non pollaio: non è possibile seguire con una didattica personalizzata ed efficace 32-34 alunni alla volta; 6) Vogliamo una scuola davvero inclusiva, dove le differenze siano un valore e non un problema; 7) Vogliamo poter lavorare in equipe, condividere le esperienze e le problematiche, avendo delel ore a disposizione da dedicare ad attività collegiali e di programmazione; 8) Vogliamo poter utilizzare le ore di recupero per attività in compresenza, di recupero, consolidamento, o potenziamento e non essere sempre utilizzati come “tappabuchi”; 9) No all'abolizione della seconda e terza fascia dei supplenti: persone che insegnano da anni non possono essere cancellati; 10) Non vogliamo che siano destinate alle scuole private le risorse che spettano alla scuola pubblica".