Banca Marche: «La cordata marchigiana è in campo. E anche i fondi arabi e americani»

«Da chiudere gli ultimi aspetti della vecchia gestione, poi si partirà»

Paolo Tanoni

Paolo Tanoni

Jesi, 7 novembre 2014 - «Banca Marche inizierà a guadagnare dal giorno uno», dice l’avvocato Paolo Tanoni, il professionista che rappresenta la cosiddetta cordata marchigiana interessata all’istituto di credito.

Traduca il tutto per i 41mila azionisti-correntisti dell’istituto...

«Semplice: il giorno stesso in cui partirà la nuova banca, BdM inizierà a dare profitti».

Quanto tempo ci vorrà ancora?

«Se corrono e se risolvono tutte i problemi, io credo che per febbraio-marzo si possa partire».

Quali ostacoli ci sono?

«Questioni legate al quadro giuridico e normativo... sembra di capire».

Traduzione?

«Che per partire con la nuova banca occorre prima tagliare definitivamente il cordone ombelicale con tutto il pregresso. Negli incontri che abbiamo avuto con i commissari ci è parso di capire che sotto questo profilo ci siano ancora degli aspetti da risolvere».

Da qui il prolungamento di un altro anno del commissariamento?

«Credo proprio di sì».

Torniamo ai piccoli azionisti: a loro che accade?

«Credo che in questi ultimi tempi si siano fatti molti discorsi da bar».

In che senso?

«Nel senso che la class action annunciata credo proprio che non sia una cosa facile, tant’è che ancora non è partita».

Addio speranze?

«Il danno subito dagli azionisti è indiretto e non diretto. Se i vecchi amministratori hanno sbagliato sarà la banca a fare rivalsa ed i denari eventualmente incassati andranno sul capitale e quindi di riflesso ne godranno anche gli azionisti. Anche questa è una operazione difficile».

Ma qualcuno ci pensa ai piccoli azionisti-correntisti?

«Certo, noi abbiamo un piano proprio che possa tutelare tutti coloro che hanno investito in azioni di Banca Marche».

In tanti dicono che vuoi siete, finanziariamente, una entità un po’ astratta. Cosa risponde?

«Non è vero tanto che abbiamo sempre partecipato a tutti i tavoli per il salvataggio».

Quanti soldi avete?

«Questa è una domanda che per il momento non ha risposta».

Perché?

«Perché dipende dal quadro che verrà a dilenearsi. Faccio un esempio: se noi possiamo dire la nostra sul piano industriale, la cifra è una. Se invece ci dicono il piano industriale è questo, prendere o lasciare, la cifra chiaramente è un’altra. Per questo la domanda non ha risposta».

Facciamo una botta di conti...

«La bad bank è pari a 2,6 miliardi e per azzerare tutto ci vuole la partecipazione del fondo Interbancario. Poi l’aumento di capitale cionvogliono altri 800 milioni. E siamo al giorno uno della nuova banca».

Oltre Fonspa ci sono anche i fondi arabi e americani di cui si è tanto parlato?

«Non è una fantasia buttata lì. Perché li ho incontrati e ci ho anche parlato. E le dirò che si impegnano anche per cifre consistenti».

Chi guiderà la partita?

«Credo proprio Fonspa, che avrà la maggioranza relativa della nuova banca».

Chi è entrato a fare parte dell’operazione Carifano ne è uscito felice e contento. Così sarà a partire dal giorno uno della nuova Banca Marche?

L’avvocato Paolo Tanoni ride e poi risponde: «Beh, nessuno può certo dire che buttiamo via i soldi dei nostri azionisti...».