Aggrediti, si difesero col manganello. Poliziotti finiscono sotto processo

La zuffa era nata davanti alla sala giochi di piazza Redi

Vigili urbani con il manganello

Vigili urbani con il manganello

Pesaro, 19 ottobre 2016 - Voleva vendicare l’amica che si era rovinata per colpa delle slot machine. Così ha messo in atto una spedizione punitiva contro la sala giochi di piazza Redi. E una volta davanti al locale ha cominciato a prendere a calci l’ingresso e a «frustare» le vetrate con la catena del guinzaglio. Purtroppo però ha continuato a picchiare anche quando è arrivata la volante della Polizia. Anzi, ha rivolto il laccio metallico persino contro i due agenti che provavano a calmarlo, colpendone uno.

In risposta sono spuntati i manganelli. E alla fine della zuffa, il vendicatore ha riportato una frattura, botte e lividi per i poliziotti, ma soprattutto denunce reciproche, poi sfociate nel processo. Era il 12 luglio del 2014. Ai due poliziotti, Giampiero Bonci, 55 anni, e Napoleone Donini, 48 anni, la Procura ha contestato l’accusa di lesioni, mentre alla presunta vittima, Daniele Bragina, 60enne pesarese, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Bragina ha già chiuso il conto con un patteggiamento della pena. Gli agenti invece hanno scelto il rito ordinario.

E all’udienza di ieri, Donini (avvocati Danilo Del Prete e Irene Ciani) e Bonci (assistito dall’avvocatessa Mariella Masanotti) hanno ribadito che l’uso dello sfollagente è stato fatto nel rispetto della legge. E soprattutto che la frattura all’ulna di Bragina (difeso dall’avvocatessa Francesca Santarelli) non è stata provocata dai colpi di manganello ma dalle spallate che ha dato contro le vetrate della sala giochi. Alla prossima udienza, le difese puntano a dimostrare come gli sfollagente siano inidonei a causare fratture.