Immigrazione, Kyenge: “Impossibile chiudere le frontiere, bisogna integrare”

L’ex ministro ha inaugurato il corso per ‘mediatore interculturale’ al centro per l’impiego

L’ex ministro Kyenge al centro per l’impiego di Pesaro (Fotoprint)

L’ex ministro Kyenge al centro per l’impiego di Pesaro (Fotoprint)

Pesaro, 27 luglio 2015 - «E’ sbagliato ragionare sempre sull’emergenza. Al contrario, bisogna essere lungimiranti e pianificare le nostre politiche sapendo che l’emigrazione è una realtà, un fenomeno globale. Quando ero ministra ho sempre parlato di un modello di integrazione che deve diventare interazione. Oggi sto lavorando in Europa su come fare accoglienza, mi hanno dato in mano un dossier per tracciare le linee-guida dell’integrazione europea e grazie a questa opportunità, insieme ad una collega maltese, ho potuto toccare con mano tante buone pratiche e tante realtà italiane che, come Pesaro e provincia, stanno lavorando su questo versante». Cosi l’europarlamentare Cecile Kyenge durante il suo incontro blindatissimo al Centro per l’Impiego di Pesaro, dove ha inaugurato il corso per «Mediatore interculturale alla luce della nuova politica dell’asilo dell’Unione Europea».

A differenza della sua visita di due anni fa, in occasione della consegna degli attestati di cittadinanza onoraria ai figli di immigrati nati in Italia, promossa dalla Provincia e dal Comune, non ci sono state contestazioni e l’ex ministro dell’Integrazione del governo Letta ha potuto parlare senza interruzioni del suo nuovo impegno in seno alla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari esteri.

«Mi piacerebbe che ci fosse un po’ più d’Italia nella revisione del trattato di Dublino, a cui stiamo lavorando – ha detto - La soluzione non è chiudere le frontiere, ma lavorare di più all’accompagnamento culturale e all’integrazione politica tra gli stati membri. Solo così potremo avere un’Europa più forte, in grado di dare vere risposte su lavoro e sulle politiche di sviluppo, abbassando il livello del populismo».

In platea, oltre agli addetti ai lavori e ai partecipanti del corso gestito dalle associazioni no profit Eurolex srl e «Incontri per la Democrazia», anche numerosi migranti giunti apposta per ascoltarla, tanto che l’onorevole Kyenge, su richiesta di alcuni di loro, ha ripetuto il suo intervento sia in inglese che in francese: tra le richieste rivolte all’europarlamentare, quella di intervenire sui tempi per ottenere le carte di rifugiato politico che sfiorano ancora i dodici mesi di attesa.