Monossido, neonato salva tutta la famiglia

Tragedia sfiorata a Cuccurano, la mamma s’è accorta che era strano: tutti all’ospedale

Una camera iperbarica all’interno di un ospedale (Foto Perozzo)

Una camera iperbarica all’interno di un ospedale (Foto Perozzo)

Cuccurano (Pesaro e Urbino), 5 febbraio 2015 - Una scatola di cartone finisce davanti alla canna fumaria della caldaia e la casa viene invasa dal monossido di carbonio. Tragedia sfiorata in via Fermignano a Cuccurano. E’ solo grazie all’inappetenza di un bambino di 17 mesi se ora una famiglia di 8 persone può raccontare dello scampato pericolo. Padre e madre, due bambine di 7 e 4 anni e mezzo, il fratellino di 17 mesi, lo zio riuniti martedì sera attorno alla tavola dei nonni.

«Era ora di cena – racconta Ermes Bellagamba, 67enne pensionato -. Ci siamo messi a mangiare e abbiamo visto il nipotino piccolo, che è un gran mangione, che non mangiava. Era strano e perdeva l’equilibrio. Ci siamo detti “come mai?”. E’ stato lui che ci ha fatto dubitare che c’era qualcosa che non andava. E così siamo andati al pronto soccorso. Lì i medici hanno visto che il piccolino aveva dei valori alti (carbossiemoglobina, ndr) e così abbiamo dovuto fare tutti, gli esami. Avevamo assorbito un po’ tutti il monossido di carbonio, roba da poco».

Al pronto soccorso hanno avvisato il commissariato che ha aperto un’indagine e messo i sigilli alla casa. «Speriamo che i tempi della procura siano veloci e si risolva tutto nel giro di pochi giorni – conclude Bellagamba -. Ora stiamo tutti bene, ospiti di mia figlia. Noi adulti non ci siamo sentiti neppure male, ci siamo accorti che nella caldaia c’era la porta chiusa, in più c’era la presa d’aria su cui davanti era finita una scatola di cartone e così si è prodotto il monossido. La caldaia ha una comunicazione con il bagno e così si è propagato un po’ nelle altre stanze. Ma la caldaia era ok».

All’ospedale di Fano, tra Pediatria e Pronto soccorso, sono stati celeri a risolvere la situazione facendo aprire subito la camera iperbarica. «Volevo ringraziare sia l’ospedale sia il centro iperbarico che coi bambini – dice commossa mamma Marica, 37 anni – sono stati squisiti. Due ore di terapia nella iperbarica non sono semplici. Siamo fortunati ad averla a Fano. Se no, saremmo dovuti andare fino a Ravenna». E un grazie al figlioletto. «Le bimbe erano un po’ capricciose ieri – conclude -, avevano un po’ di mal di testa ma la sera non ci fai caso perché dici “son stanche”. E’ il piccolino che ci ha dato il sintomo, per me non era normale come si stava comportando».