Provincia, patto di stabilità sforato nel 2012. Ora pagano gli amministratori

Partite le lettere agli ex amministratori: "Dovete restituire il 30 per cento dell’indennità"

Massimo Galuzzi

Massimo Galuzzi

Pesaro, 24 dicembre 2016 - Adesso è il momento di aprire il portafogli e pagare. La Corte dei Conti ha chiesto alla Provincia di battere cassa con tutti gli amministratori del 2012, compresi i consiglieri di opposizione, per onorare la sanzione dovuta allo sforamento del patto di stabilità. Il che significa riconsegnare alle casse provinciali il 30 per cento delle indennità incassate nel 2012.

Per gli amministratori guidati al tempo da Matteo Ricci significa versare a testa sui 13 mila euro, i consiglieri dovranno versare da 300 euro a 2000 euro. La lettera per riavere indietro questo denaro (alla fine dovrà rientrare circa 140 mila euro) sono appena state spedite dalla direzione generale dell’ente e presto verranno recapitate a casa degli ex amministratori. Ma per chi è tenuto a pagare non tutto va perduto. Infatti potranno portare quella cifra in detrazione nella prossima dichiarazione dei redditi in modo da abbettere l’imponibile, almeno per chi è capiente e può farlo.

Massimo Galuzzi, che faceva parte della giunta provinciale del tempo (è stato in prima linea in quel 2012 per l’emergenza nevone) dice di «attendere l’arrivo di queste contestazioni per poi valutare insieme agli altri colleghi del tempo come agire. Prima dobbiamo leggere ciò che ci chiedono. Ma se dobbiamo valutare le cose a distanza di tempo diciamo che, senza l’operazione Valore immobiliare, eravamo comunque fuori dal patto. Quando ci è stata proposta questa operazione eravamo convinti di essere all’interno delle regole. Ma dico che far pervenire delle sanzioni dopo 4 anni fa riflettere. Oggi poi il patto è stato eliminato e azzerate le sanzioni 2014/15. Significa quindi che c’era un problema di incongruenza della norma. Ultima questione: la giunta e il consiglio di allora hanno approvato il bilancio 2012 con tutti i pareri di legittimità e regolarità tecnica-contabile col via libera dei revisori dei conti. Quindi, non si possono addebitare agli amministratori e ai consiglieri certe scelte. Altrimenti, è chiaro che ci attiveremmo nelle sedi appropriate presentando ricorsi contro una palese ingiustizia. Sono certo – dice Galuzzi – che si è sempre operato nella massima trasparenza e nell’interesse della collettività. E forse qualcuno ricorderà che quell’anno abbiamo dovuto affrontare il nevone e l’alluvione del novembre con due stati di emergenza. Ci era stato detto che Valore immobiliare ci avrebbe permesso di avere soldi per pagare i costi della neve e nello stesso tempo avrebbe garantito il rispetto del patto di stabilità. Ora ci dicono che quella scelta non andava fatta. Ma se i tecnici e dirigenti della Provincia ci avessero informato al tempo che con Valore immobiliare si sarebbe sforato il patto di stabilità, avremmo fatto altre scelte. Scaricare ora su di noi l’onere di quella decisione non mi sembra giusto».

QUELL’anno, la Provincia avrebbe chiuso il bilancio con -4 milioni 081 euro se non ci fosse stata l’operazione Valore immobiliare. Il peggioramento dell’equilibrio economico era stato 7 milioni 573mila euro per i maggiori costi di gestione. A partire dal personale che pur scendendo da 630 a 567 il costo medio è passato da 37mila a 40.396 euro.