Non c'è più nulla di statale

Luigi Luminati

Luigi Luminati

Pesaro, 24 ottobre 2014 - E’ politicamente comprensibile che Matteo Ricci, vice presidente nazionale del Pd, non scenda in piazza contro il governo Renzi. Così come è facilmente comprensibile l’operazione di taglio (l’unico vero taglio) che Renzi impone agli enti locali.

Facile con le Regioni, nel mirino per gli sprechi dei gruppi consigliari e per i vitalizi senza fine. I Comuni si arrabattano ma nelle condizioni di Ricci ci sono tutti i sindaci del Pd o quasi.

Anche il neo-presidente (a costo zero) della Provincia Daniele Tagliolini pare abbia cominciato a dire: “Ma chi me lo ha fatto fare?”. Fare i sindaci oggi non è divertente come in passato, ma nessuno è obbligato a farlo e soprattutto a raccontarla come meglio crede. D’altra parte Matteo Ricci non si deve nemmeno lamentare troppo, se è vero che Luca Ceriscioli non ne ha azzeccate molte come progetti per la città, è altrettanto vero che ha lasciato al successore un bel tesoretto per i possibili investimenti una volta sbloccato il patto.

Quindi fascia in spalla, le proteste le rimandiamo al prossimo governo di centro destra, quando mai ci sarà. Sono altre le cose gravi che emergono sempre più chiaramente con la crisi economica: l’assenza totale dello Stato in questa provincia. Non abbiamo ferrovie (solo l’unica dismessa). Non abbiamo più strade statali.

Visto che ce le hanno rifilate quasi tutte senza soldi per gestirle. Rischiamo che ci tolgano sia la prefettura che la sovrintendenza a Urbino. Non si riesce nemmeno a fare realizzare una questura come si deve o a farsi pagare l’affitto per l’esistente. Sulla Sanità siamo il fanalino di coda nei posti letto a livello nazionale. E anche sui musei archeologici statali siamo gli ultimi degli ultimi: nelle Marche ce ne sono tre (due ad Ancona ed uno ad Ascoli) e noi dobbiamo difendere con i nostri soldi i bronzi a Pergola e l’Oliveriana a Pesaro. Protesti (o ancor meglio faccia qualcosa) su questo, il sindaco Matteo Ricci, sulla spoliazione di presenza dello Stato compiuta ai danni di questa provincia. E faccia in modo che non avvengano altre retrocessioni: dalla prefettura alla presenza dell’Esercito. Una volta eravamo orgogliosi della nostra auto-sufficienza, adesso possiamo solo cospargerci il capo di cenere.