Rof, un successo da più di 15mila presenze

Si è conclusa la 35esima edizione con un incasso di quasi un milione di euro

Aureliano in Palmira, l'ultima riscoperta musicologica del Rossini  Opera  Festival

Aureliano in Palmira, l'ultima riscoperta musicologica del Rossini Opera Festival

Pesaro, 22 agosto 2014 - Non è un bilancio da record, perché il cartellone presentava un titolo in meno del 2013. Però la trentacinquesima edizione del Rossini Opera Festival si chiude con numeri di tutto rispetto: il botteghino ha registrato 15.250 presenze, per un incasso di circa 946.000 euro. La percentuale di stranieri si è attestata intorno al 63,3 per cento, confermando la capacità del Festival di attrarre un pubblico proveniente da tutti i continenti. Ai primi posti gli spettatori di Francia e Germania, mentre il Giappone (terzo) supera l’Inghilterra; e prosegue la forte crescita delle presenze dalla Russia (+30% rispetto al 2013). Anche gran parte dei giornalisti vengono dall’estero in rappresentanza delle centotrenta testate accreditate. Il Rof 2014 è stato anche uno dei festival più mediatici di sempre: la seconda recita è stata trasmessa il giorno successivo su Rai5, mentre Rai Radio3 ha diffuso in diretta su Euroradio l'intero cartellone. Inoltre, le tre opere sono state ascoltate in tutto il mondo in diretta online e, in differita, dal 18 al 23 agosto sul sito web di Rai Radio3.

E per la prima volta uno spettacolo del Rof, la "Petite messe solennelle", è stato trasmesso in diretta streaming grazie alla tecnologia satellitare Opensky. Rivedremo alcune delle più suggestive immagini della manifestione il prossimo autunno su Rai3, grazie alla trasmissione "Prima della prima" che manderà in onda una puntata interamente dedicata ad "Armida"; così come farà il WFMT Radio Network di Chicago, che cura programmi per oltre 350 radio americane, il quale produrrà una puntata di due ore sul Rof in onda a fine novembre nell’ambito di una serie sui maggiori festival internazionali. Come ogni festival che si rispetti non sono mancate nemmeno le polemiche: quest'anno si è parlato tanto, e non sempre bene, dei cantanti, e anche alcune scelte direttoriali non sembrate all'altezza. Ma il direttore Alberto Zedda difende il suo lavoro, sottolineando che il festival rossiniano è nato per "dare letture sfizionse alla sterminata opera rossiniana, interpretazioni che inevitabilmente pongono problemi. E pazienza se arriverà qualche critica. Noi continueremo a far discutere, magari racimolado qualche fischio. Ma è un segno positivo: significa che il pubblico continua a seguirci ".