Pesaro, 27 novembre 2016 - Doveva essere la partita della svolta, almeno secondo le parole di coach Piero Bucchi. Lo è stata ma non per la Consultinvest, bensì per la Dolomiti Trento che, vincendo all’AdriaticArena, ha interrotto la striscia dopo quattro sconfitte consecutive e si è rilancia contro una diretta concorrente - a questo punto - per la salvezza.
Per la Vuelle niente di nuovo sotto il sole: difficoltà di gioco, sterilità offensiva, carenze in regia e scarsa reattività, almeno nei confronti dei trentini. Il finale 73-78 per Trento non fa una grinzia se ci aggiungiamo che i biancorossi erano senza Jasaitis che sulla carta doveva essere l’uomo faro della squadra. E anche il consueto arbitraggio tutt’altro che casalingo che non fa altro che mettere sale sulle ferite di Ario Costa e compagni.
E’ evidente, però, che senza sostanziali correttivi tecnici e di gioco, il futuro della Consultivest rischia di essere difficile e complesso come e più degli altri anni. L’aumento del budget e l’investimento su uno dei più esperti allenatori della serie A non hanno portato ad un salto di qualità di nessun tipo.
Si navigava a vista con Dell’Agnello e Paolini, si naviga a vista anche con Piero Bucchi.
Correttivi, soprattutto in regia, appaiono inevitabile. Anche se sarà difficile mutare profondamento lo stile ‘slow’ della squadra. Non si può nemmeno dire che Thornton e soci non si impegnino. Ma i fischi finali sono stati tutto sommato meritati quasi quanto quelli che hanno accolto il presidente della Fip Gianni Petrucci, capitato a Pesaro per la premiazione della famiglia Scavolini in occasione della conclusione delle celebrazioni per i 70 anni della società.
Applausi meritatissimi per Valter e per la moglie del compianto Elvino Scavolini, fischi e borbottii per tutti gli altri, di fronte all’ennesima prestazione a strappi in un basket complessivamente modesto, con troppi passaggi a vuoto per portare a casa la pagnotta contro una Dolomiti abbordabile ed in confusione quasi quanto i pesaresi.
di l.lu.