Ravenna, porta il figlioletto in ospedale: "È caduto". Ma sono segni di botte

Il piccolo aveva ecchimosi su tutto il corpo. Allontanato dalla madre

Un pronto soccorso (foto repertorio)

Un pronto soccorso (foto repertorio)

Ravenna, 18 novembre 2017 - È andata in pronto soccorso con il suo bimbo di pochi anni in braccio: preoccupata perché il piccolo aveva male dopo essere caduto in casa la notte precedente, così ha detto. Ma quell’immagine di madre premurosa, si è in breve trasformata nel più pesante dei sospetti: che in realtà il bimbo sia stato picchiato per tanto tempo e in maniera violenta.

Il piccolo non ha detto nulla. Ma a parlare per lui ci sono una miriade di ecchimosi e cicatrici sparse su tutto il corpo: segni che in taluni casi arrivano addirittura a misurare 19 centimetri, come documentato dagli inquirenti. E che hanno spinto il pm Angela Scorza ad aprire un fascicolo nei confronti della mamma – una giovane ravennate – per maltrattamenti in famiglia. Allo stesso tempo il tribunale dei minorenni di Bologna con un decreto provvisorio ha sospeso sia alla madre che al padre del bimbo la responsabilità genitoriale affidando il piccolo ai servizi sociali, rappresentati dall’avvocato Christian Biserni. Ultimo in ordine di tempo, giovedì scorso il tribunale di Ravenna (gip Antonella Guidomei) ha affidato a un perito il compito di capire se il bimbo, nonostante la tenera età, sia in grado o meno di raccontare cosa gli è accaduto tra le pareti domestiche.

La mamma, difesa dall’avvocato Luca Donelli, ha fin qui negato ventilando per ogni eventuale responsabilità il nome della nonna (sua madre) a cui lei lasciava il piccolo quando andava a lavorare.

Il caso viene alla luce da una segnalazione che i medici, attraverso il posto di polizia interno dell’ospedale, inviano alla procura giusto poche ore dopo il ricovero del bimbo. Un dettagliato rapporto che parte dall’arrivo della mamma in pronto soccorso. La donna spiega che il bimbo ha male a una gamba dopo avere cercato di arrampicarsi la notte prima su un lavandino ma essere caduto. Una scena alla quale i medici della Pediatria sono in fondo abituati. In questo caso però, dopo avere vistato il piccolo, riscontrano varie lesioni compatibili con quello che indicano come sospetto maltrattamento di minore.

Le ecchimosi che il bimbo ha, sono tantissime: una variegata geografia che gli segna fronte, petto, fianchi, braccia, gambe e persino le dita dei piedi. Ci sono segni che ricordano tanto dei graffi freschi; altri si sono ormai cicatrizzati. La giovane davanti ai medici si giustifica sostenendo che è tutta colpa di altre cadute. Più avanti davanti alla squadra Mobile tirerà in ballo la nonna, sua madre: perché «era le persona con cui ha trascorso più tempo soprattutto i giorni prima di andare in ospedale».

Ricostruzioni che non impediscono al tribunale dei Minorenni di intervenire con l’applicazione di un decreto peraltro già pronto da tempo in ragione del fatto che la ragazza proviene a sua volta da una famiglia afflitta da diverse problematiche e come tale da tempo seguita dai servizi sociali.

Le successive verifiche dell’apposita sezione della Mobile non fanno altro che confermare un quadro già molto pesante per il bimbo: non è stato inserito nell’ambiente scolastico e la mamma non lo ha portato ai controlli periodici dal pediatra. E così al di là dell’esito penale della vicenda, la speranza è che ora per lui possa iniziare una nuova vita.