Prete accusato di violenza sessuale, lei e il don al vescovo: "Vogliamo sposarci"

I retroscena del caso. Secondo la consulenza psichiatrica disposta dalla Procura, la donna sarebbe risultata in condizioni di inferiorità psichica

Un prete (Foto di repertorio Germogli)

Un prete (Foto di repertorio Germogli)

Ravenna, 14 marzo 2015 - Lei avrebbe voluto una relazione seria, voleva il matrimonio, e c’era quasi riuscita a convincere l’uomo di cui era innamorata ad abbandonare l’abito talare. Poi però le cose sono andate diversamente: la vicenda dopo un violento litigio è finita in tribunale e il prete in questione, l’ex parroco di Punta Marina, don Alessio Baggetto, a conclusione delle indagini, è ora accusato non solo di lesioni aggravate ma anche di violenza sessuale. Perché secondo la consulenza psichiatrica disposta dalla Procura, la donna sarebbe risultata in condizioni di inferiorità psichica.

I due si erano conosciuti nella primavera del 2013 su internet. Lei, giovane, vive a Roma, ha appena perso i genitori e chiede aiuto al parroco perché sta attraversando un momento particolarmente difficile della sua vita. Vuole lasciare la città e il luogo in cui abita. Si incontrano un paio di volte, poi lei si trasferisce definitivamente a Punta Marina. E in breve tempo la convivenza con il sacerdote si trasforma in una relazione amorosa a tutti gli effetti. A testimoniarlo ci sono le decine di sms e conversazioni telefoniche finite nel fascicolo della Procura. Nelle quali la ragazza chiede al prete una relazione sempre più intensa e seria. Vorrebbe più attenzioni, maggiori manifestazioni d’affetto. «Ci provo, mi impegno» risponde il prete. Poche parole, a volte monosillabi. «Sei bella» le dice, ma per la donna quel complimento è insufficiente.

Ad un certo punto il sacerdote sembra intenzionato ad andare fino in fondo e i due hanno un incontro con il vescovo per spiegare le loro intenzioni. «Vogliamo sposarci» gli comunica don Baggetto. Il vescovo chiede allora al sacerdote se è davvero convinto della propria decisione e gli suggerisce di prendersi un po’ di tempo per riflettere. È a quel punto che la relazione tra don Baggetto e la ragazza degenera. Lei è stanca di aspettare e non lo nasconde. Al 14 dicembre del 2014 risale il litigio che porterà poi alla rottura e alla reciproca denuncia tra i due.

Durante una furiosa discussione lei afferra una statuetta di gesso della Madonna e la rompe in testa al sacerdote, che a sua volta la afferra per le mani rompendole un dito. È sabato, in chiesa ci sono diverse persone, compresi i bambini impegnati nel catechismo. Immediata l’accusa di lesioni per il sacerdote, mentre la donna a sua volta viene denunciata dal prete per minacce, danneggiamento e calunnie. Ma la vicenda non finisce qui, perché in mezzo c’è la questione di un appartamento acquistato dalla donna vicino alla canonica su suggerimento, dice lei, di don Baggetto, e c’è pure un testamento che, sempre la ragazza, avrebbe redatto alla vigilia di un delicato intervento, e con il quale viene intestato tutto al sacerdote.

Ora l’aggravarsi della posizione del prete che vede a suo carico anche l’accusa di violenza sessuale perché avrebbe abusato delle condizioni di inferiorità psichica della donna. Con tutta probabilità la prossima mossa dell’avvocato difensore di Baggetto, Enrico Saviotti, sarà quella di richiedere un incidente probatorio, con il contraddittorio delle parti. Al momento la donna è tornata a Roma, mentre il prete è in un istituto religioso a Bologna.

a.co.