Arrestato per un clamoroso scambio di persona: 4 giorni in carcere

L’uomo è omonimo di un indagato nell’operazione anti ’ndrangheta “Aemilia“: prelevato a casa nella notte fra il 27 e il 28 gennaio, è stato liberato 1 febbraio. E ora chiederà i danni

Gaetano Oppido, finito in carcere per un clamoroso scambio di persona

Gaetano Oppido, finito in carcere per un clamoroso scambio di persona

Reggio Emilia, 8 febbraio 2015 - Una omonimia che ha portato a un clamoroso scambio di persona, con conseguenze terribili: quattro giorni in cella al posto di un boss della ‘ndrangheta. E’ successo nell’ambito dell’operazione ‘Aemilia’, che nella notte fra il 27 e 28 gennaio ha portato in carcere 160 indagati.

Vittima dello scambio è Gaetano Oppido, nato a Crotone nel 1974 e titolare della nota azienda reggiana “Impresa Costruzioni Oppido s.r.l.”: è stato arrestato dai Carabinieri, in esecuzione dell’ordinanza del Tribunale di Bologna

A Oppido Gaetano (l’omonimo) venivano addebitate l’affiliazione alla cupola reggiana, con la contestazione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (‘ndrangheta), e alcune condotte estorsive.

L’indagato è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia nel carcere di Prato venerdì 30 gennaio: e qui sono stati sollevati i primi sospetti di un terribile equivoco.

Assistito dai legali Maria Luisa Caliendi del Foro di Bologna e la dott.ssa Nefer Sansoni del Foro di Reggio Emilia, il sig. Oppido, ha esposto la sua innocenza, ipotizzando un caso di omonimia. I legali della famiglia hanno trovato i riscontri necessari per ottenere, nel più breve tempo possibile, la liberazione del loro cliente.

Incalzati dalle istanze della difesa, entrambe le Autorità giudiziarie coinvolte, Procura e Tribunale, hanno svolto celermente tutti i necessari accertamenti, disponendo la liberazione domenica 1 febbraio, giorno in cui il sig. Oppido ha finalmente fatto rientro a casa.

Il malcapitato ha subito comunque un brutale arresto in piena notte in casa propria, seguito da quattro interminabili giorni di ingiusta detenzione in un carcere di massima sicurezza. I legali della famiglia Oppido stanno valutando la richiesta di un risarcimento adeguato per i danni tutti, morali e patrimoniali, subiti in merito a questa assurda vicenda.