Addio a don Orazio, il prete della gente

Il parroco Salsi aveva 76 anni, fu insegnante e volontario della Croce Rossa

Don Orazio Salsi

Don Orazio Salsi

Reggio Emilia, 22 ottobre 2016 - Ci sono persone che lasciano un solco, profondo, nelle vite degli altri. Nei ricordi. E lo fanno con la loro presenza, con i sorrisi, gli abbracci; lo fanno prendendoti per mano, guidandoti con l’esempio, l’abnegazione, la fede. Così è stato per don Orazio Salsi, che si è spento all’alba di ieri nella Casa del Clero di Montecchio, dove si trovava ricoverato da circa due anni, a causa di una grave malattia.

Aveva 76 anni, don Orazio, parroco emerito di Fabbrico e Servo della Chiesa, nato a Cadè il 30 gennaio 1940 «da una modesta, ma laboriosa famiglia», come amava ricordare nelle sue memorie. Secondogenito, lui, di tre fratelli maschi. «Niente di straordinario – diceva il sacerdote di sé –, se non fosse che Dio su quel bambino vivace (forse un po’ troppo) aveva un progetto grande», farne «un pescatore di uomini».

Lo è stato davvero. E li pescava nei luoghi più impensati, sul serio. Volontario della Croce Rossa, per una vita, guidava persino le ambulanze del soccorso. Insegnante di religione alle scuole medie, tra la provincia di Reggio e quella di Modena. E poi parroco, sempre, in mezzo alla gente; pastore delle sue comunità, che ha visto nascere, crescere, sbocciare. Rimasto presto orfano di entrambi i genitori, Salsi entrò adolescente nel Collegio guastallese di San Giuseppe, quindi nel seminario di Guastalla. Fu ordinato sacerdote il 26 giugno 1966 e venne inviato come vicario cooperatore dapprima a San Gregorio Magno alla Magliana, a Roma, fino al 1975.

Nove anni, «nella parrocchia più povera, senza chiesa, senza canonica, senza oratorio; come chiesa occupavamo lo spazio di due negozi, segnalati dalla presenza di una croce posta all’ingresso», raccontava lui appassionato. Poi un anno in Spagna, presso i Servi della Chiesa, e successivamente curato a Novellara (1976-1979) e a Castellarano (1979-1983).

Nel 1983 don Orazio fu nominato parroco a Prignano sulla Secchia (provincia di Modena, diocesi di Reggio Emilia), dove restò per oltre vent’anni sino al 2005, divenendo nel frattempo amministratore parrocchiale di Saltino (1992-2005) e di Castelvecchio (1997-2005), comunità che oggi formano un’unica unità pastorale. A Prignano, in quei lunghissimi e amati 22 anni, contribuì a restaurare la chiesa, il campanile, l’oratorio, la canonica. Rimise a nuovo i campi sportivi, l’interà comunità. Ed è proprio lì che lasciò il cuore, quando nel 2005 venne trasferito parroco a Fabbrico, dove ha svolto il suo ministero fino al gennaio 2015. A Prignano e a Fabbrico, nella scorsa primavera, decine di fedeli organizzarono la festa per i suoi 50 anni di sacerdozio.

«Uomo estremamente generoso, dinamico, aperto a tutti, molto affettuoso, con una fede solida», così lo ricorda il superiore dei Servi della Chiesa, don Emanuele Benatti. «Don Orazio si è sempre donato con amicizia e calore a ogni comunità in cui è stato inviato, soffrendo ogni volta il distacco proprio per questi motivi; la sua vita è stata ricca di incontri e di rapporti veri e profondi con le persone».

I funerali – con la Santa Messa che sarà celebrata dal vescovo Massimo Camisasca – si terranno lunedì alle 14.30 nel Santuario della Beata Vergine dell’Olmo, a Montecchio. La salma poi riposerà nel cimitero di Cadè. Don Orazio Salsi lascia il fratello Paolo, i nipoti, le cognate e la sua grandissima famiglia. L’altro fratello Ero, detto Carlo, è scomparso poco più di un anno fa.